giovedì 8 gennaio 2009
PESCA ALL'ARGENTARIO. I PESCI NON DANNO.
Da Dolcesca.
Qualche settimana fa sono stata a pesca all’Argentario, prima delle piogge torrenziali e dei freddi appena arrivati. Ospite di amici che staccano dal lavoro, salgono su una barca e se ne vanno a zonzo. Qui tutti hanno una lenza a bordo e se c’è l’ispirazione si fa anche una pescata. Adesso è la stagione dei calamari e dei palamiti, e con un po’ di fortuna si torna con la cena e regali per gli amici.
Talvolta ci si impegna di più. Si prende una cassetta di sarde fresche dai pescherecci e si vanno a buttare le coffe. Il nome è originario di Ischia. Un lungo filo arrotolato in un cesto, con un centinaio di ami appesi in perfetto ordine, allineati e conficcati nel sughero. Uno strumento antico che, prima dell’invenzione del naylon, era fatto con un filato di canapa abbastanza resistente. Man mano che si innescano gli ami con le sarde il filo si srotola in acqua, con le due estremità fissate ad un piombo per andare a fondo.
In un pomeriggio dall’aria dolce lasciamo le coffe un paio d’ore, il tempo di fare una girata riempiendosi il naso di salmastro, e torniamo a salparle. Ecco la pesca di quel giorno. Ricca per me che vedo uscire dall’acqua, lucenti, due grossi gronchi, una magnifica murena, due piccoli dentici e uno scorfano. Magra secondo i miei amici che dicono: “ oggi non dà, i pesci non danno!”. Qui si dice così quando si pesca poco o nulla. E’ stata la seconda pesca della giornata. Questo modo denso di dire ha invertito la consuetudine: non si è preso, ma ricevuto.
I dentici sono stati cucinati arrosto con olio aceto e rosmarino, mentre con le teste e le code dei gronchi ho preparato un brodo speziato conservato per una prossima occasione. Con i resti del brodo ha banchettato il gatto per due giorni. Del resto non so di preciso.
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2 commenti:
Per la cronaca: non sono dentici... ma pagri:
ugualmente buoni, ma differenti!
Saluti
grazie, cmunicherò il commento alla pescatrice.
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