domenica 22 aprile 2007

GIARDINI ALL’ITALIANA. TOSCANA, VENETO.

VERONA. GIARDINO GIUSTI.















Be’, il labirinto è barocco. Ovvero, non porta dritti al centro, nell’inesorabilità dell’andare e tornare che simbolizza morte e rinascita. Invece si biforca, illude, ghirigora. Il giardino sembra netto, rigoroso, nell’assenza di fiori, nell’ordinare rami e foglie, nel disciplinarli, allinearli, curvarli. Insomma, di una pazzia rettilinea, sferica. Ma la varietà di vie nel labirinto, il mostro che sputava fuoco dai denti lo arricciolano, lo rendono quasi frivolo.

Il giardino include un corpo estraneo perfettamente adattato. Una piccola casa rosa con – oh, trasgressione! – un glicine. Suono cadenzato di pianoforte in fuga dalle finestre aperte, braccia giovinette che si alzano e abbassano intraviste. Scuola di danza per fanciulline veronesi.

SAN QUIRICO D’ORCIA. HORTI LEONINI.





Un sodale dei Medici, Daniele Leoni, riceve in regalo da quelli un pezzo di terra accanto alle mura. In parte in piano triangolare, in parte in salita. Si fa architetto e giardiniere e inventa un giardino bifronte, metà luminosi rigori geometrici con al centro Cosimo III Medici, metà selva selvaggia e cupa su per il declivio. Al confine tra le due una scultura di Giano. Oggi il giardino se ne sta solitario e in buona parte proibito; una delle sorprendenti presenze di San Quirico.

Anche nel giardino Giusti, man mano che si sale verso il mascherone, la vegetazione si scioglie e si inselvisce.
L’impianto attuale di entrambi i giardini è vicino a quello che avevano nella seconda metà del ‘500.
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