Marzo 2018. Pasqua romana. Siamo tre gatti come sovente nelle feste comandate. Dovremo ringraziare Pomaurea se le abbiamo, visto che ce le chiede in un modo che non si può rifiutare. Menu: Pomodorini magnifici (il gioielliere di Piazza Farnese ci dice: costano un occhio, ma sono magnifici! Vera l'una e l'altra cosa: danaro sonante, profumo, scrocchiare sugoso); Brioche russa (in un video una strega russa intreccia brioche; tento l'imitazione, adotto un impasto che risulta buonissimo); Scrippelle, Timballo verde (porgo un omaggio primaverile ai timballi abruzzesi di crêpe, voglio un verde ramarro, viene tale, gioisco); Gigot d’agneau de 7 heures, Spalla d'agnello delle sette ore (grandi combattimenti con i macellai trasteverini per avere qualcosa di simile al gigot; non c'è verso, ma è buono comunque); Patate al vapore (un ricordo dell'infanzia in campagna); Biscotti pasquali abruzzesi (massima soddisfazione nel giocare con lo zucchero, e colpo di fortuna: imbrocco un impasto squisito); Crema di pere brulée (sbaglio l'ennesima volta una crema brulée che inseguo da giorni, e invento forzatamente un dolce nuovo e buono).
Pomodorini magnifici
Brioche russa
Scrippelle. Timballo verde
Gigot d’agneau de 7 heures, Spalla d'agnello delle sette ore
Patate al vapore
Biscotti pasquali abruzzesi
Crema di pere brulée
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