Da Artemisia
La singolare congiunzione della robiola con il passito, dai torinesi Fiorade. Questa la loro nota:
Una gourmandise dei piemontesi è un matrimonio enocaseario: robiola paglierina innaffiata nel piatto con vino passito di Caluso. N.B. la Paglierina è un formaggio dell' astigiano stagionato tra la paglia.
Rinunciando a prelibatezze troppo lontane da Roma, mi sono procurata sia una robiola piemontese di pecora,
di stagionatura tale che non si disfasse nel vino, né resistesse a esso
eccessivamente - consulto con il banchista di Beppe e i suoi formaggi,
che per altro mai aveva sentito di tale trattamento - che un vino fatto
con uve passite: il Vino da messa Cà Richeta di Enrico Orlando. Come si capirà, io non l'ho innaffiata nel piatto, ma l'ho messa ad affinare, la robiola. Infatti ho messo la robiola in una ciotola che le stesse alle costole,
immersa fino a metà nel vino, girandola di quando in quando (in tutto,
dieci ore circa). Infine, ci siamo avvicinati con coltello e fette di
pane, molto curiosi; buona; il Nunche entusiasta. Servita ancora nella ciotola (le parole "innaffiata nel piatto" hanno
avuto questa influenza: l'ho lasciata a bagno fino in tavola) con due
pere fresche e una cotta nel vino rosso speziato; un accompagnamento di
frutta (pere, uva, fichi) senz'altro si intona, come pure si gioverebbe
di pane caldo, tostato; approvata la pera cotta.
Mettere in una ciotola che le stia alle costole una robiola piemontese di pecora.
Immergerla fino a metàin un vino rosso passito ottimo.
Lasciarla ad affinare 10 ore girandola di quando in quando.
Servirla con due pere fresche e due pere al vino rosso.
Due pere in un pentolino, vino rosso alla vita, cannella, chiodo di garofano, noce moscata, buccia di limone, due cucchiai di cassonade. 20' (o più, fino a pera morbida) di cottura a fuoco basso, girando le pere.
2 commenti:
beh propongo un'altra curiosità cioè un'affinità. Premetto non di sfizioseria d'élite si tratta ma di proposta fattibilissima:
-un vasetto di yoghurt "bianco Muller" per forza questo non altro;
-un cucchiaio di miele d'acacia;
- 6 cucchiai da tavola di Marsala Stravecchio Florio
emulsionare con il minipimer. Versare in un sontuoso bicchiere please, che se lo merita eccome, quindi assaggiare! Credetemi ha la bontà di un nettare! Provate!
Questa semplicissima eccellente alchimia nasce dal tentativo filiale pietoso di corroborare i miei anziani genitori in un momento di criticità.L'ho fatto per loro e quando l'ho assaggiato mi son detta caspita non disdice in ben altri contesti!
ciò verrà senz'altro provato, rispettando le terrificanti ingiunzioni a non mutar virgola :)
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