domenica 3 agosto 2014
Cicale a Venezia.
Mi sono chiesta : cosa mangiano codeste cicale che se ne vanno vibrando metalliche per tutta Venezia? Compreso il Ponte di Rialto? Queste sconsiderate (cosa nota, per altro)? Succhiano linfa dagli alberi, risponde il web. Alberi. Se ne deduce che Venezia ha alberi.
Oppure, come diceva Plinio il Vecchio, é vero che le cicale, animale puro, si nutrono di sola rugiada. Rugiada di Venezia.
In onore di Demetra ci si metteva un fermaglio a forma di cicala tra i capelli. Ovvio.
Il canto delle cicale è catturante, emozionante, avvolgente. Il loro schiocco ripetitivo come la poesia degli antichi, metallico e vibrante, è adatto alla taranta, all'essere recuperati, ritrovati, ricondotti alla terra e al mondo dalla musica. Cercheró cicale d'oro per appendermele alle orecchie.
Le cicale portano con sé un ricco mondo simbolico, inclusa la resurrezione che gli attribuiscono i cinesi - animaletti capaci di starsene sottoterra ad attendere, piccole larve pazienti, fino a diciassette anni - mondo simbolico perduto nelle nostre menti grazie alla passione per il moralismo e la predica, che sola ci fa ricordare l'antipatica storia della cicala e della formica.
Platone dice che cicala si fece chi, preso da passione per la parola e il canto, dedicandosi solo ad essi smise di mangiare e accoppiarsi.
Tanto i greci amavano le cicale, che ne apprezzavano assai le ninfe, considerate leccornía. Storcendo il naso difronte a cibi pensati esotici, non sappiamo quanto ci appartengono.
Virgilio: le cicale querule irrompono. Ah, la parola querulo quanto mi mancava, da quanto non la sentivo. Querulo: vibra con una lacrimetta, un'umidità; come foglia al vento con goccia di rugiada; e poi irrompere, come è proprio della cicala, così, di botto, un'ondata, una secchiata di suono, e tu tutto rinsuonato, gocciolante di querulità.
Timballo si chiama l'organo sonoro delle musicali cicale, quindi è tamburo e timpano, e lo muove un muscolo che è - udite - tra i più potenti del regno animale.
Mi sa che ho nostalgia della campagna.
Fabre rovescerà la storia della cicala e della formica: la prima trovando fonti di linfa permette alla seconda di abbeverarsene. Tié.
Chiuso l 'abbaino verso la città, aperto quello verso la laguna. Le cicale mi avvolgono la testa di zigrinante canto, piccole fisarmoniche senza stanchezza.
Aperto anche l'abbaino di destra, che dà sul canale e la città. Mi accorgo che le cicale di laguna tacciono, e che ha iniziato il canto una cicala di canale. Sola, ma di buzzo assai buono. Lancinante suono d'estate, porta con sè messi di grano, anche in questa liquida azzurrità.
Foto: chiesa dell'Abazia, palazzo Minelli Spada, rio della Madona dell'Orto.
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