sabato 5 luglio 2014

Jusepe de Ribera. Il senso del gusto.


Percorrendo in lungo e in largo le immagini del cibo nella pittura, trovo un pudore estremo: l'uomo che mastica viene rappresentato poche, pochissime volte; è più allarmante di quello che fa sesso, che fa la cacca (invece quello che uccide, stupra, offende non si fa che rappresentarlo).

Non è così per quello che beve, che invece si può guardare, rappresentare; spesso anche in stato di ubriacatura, nella scompostezza dell'ebrezza; la mia ipotesi è che il bere sia associato al sacerdozio, all'ebrezza sacra che fa vaticinare.

La pittura barocca ha qualche volta osato la rappresentazione del portare alla bocca, ma allora emerge la bestialità, che sembra il tabù inguardabile; tranne, che io sappia, con il mangiafagioli di Carracci, che è uomo del popolo ma anche dignitoso, aristocratico masticatore, un uomo eccezionale. Altri masticatori li conosco in una miniatura medioevale: di nuovo popolani, ma senza la nobiltà di Carracci.

Questo di Ribera ha il piatto sotto il naso, ma quanto al mettere in bocca, siamo a un attimo prima, un attimo dopo. Forse berrà un sorso dal bicchiere che tiene in mano.

Un masticatore controluce, anzi, un ingozzatore, si trova nel trasgressivo Vallotton, in una tranquilla cena di famiglia borghese, piena di mostri domestici e quotidiani; un'immagine eccezionale nella sua audacia.

Jusepe de Ribera

Su AAA Carracci, Campi, Giordano: Divorare

Vedi anche Ingoiare dissipando

1 commento:

losmogotes ha detto...

ottima osservazione.

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