lunedì 23 gennaio 2012

Zuppa di pane raffermo e finocchiella


Di Artemisia

Ahimè non so più dove ho preso le suggestive note sul finocchio selvatico; quanto alla zuppa, potete farla anche con il pane carasau, e variarla all'infinito: però cambiate tutto, tranne la finocchiella.  Finocchio selvatico o finocchiella - Foeniculum vulgare - si sviluppa sui terreni incolti, assolati e sassosi, come sui margini delle strade. I semi e le giovani foglie sono ingredienti prelibati in cucina, mentre in medicina stimolano il flusso mestruale e la produzione di latte. Un tessuto di fusti di finocchio e una zolla di terra servivano un tempo da materasso (la paldrìccia) ai pastori della campagna romana. Gli antichi romani apprezzavano molto il finocchio, e lo mangiavano sia per il buon sapore che per la credenza tradizionale che fosse utile nel controllare l'obesità. Anche il nome originario greco per il finocchio derivava dalla parola "maraino," che significa dimagrire. Questa credenza resistette fino ai tempi dell'erborista Culpepper che scrisse del finocchio: "tutte le parti delle piante sono molto usate in beveraggi o brodi per far dimagrire le persone troppo grasse". Ci potrebbe essere qualche fondamento a questa credenza, poiché i semi sono conosciuti come un leggero soppressore dell'appetito. I Puritani masticavano i semi durante i periodi di digiuno rituale religioso per resistere alla fame. Il finocchio era considerato una delle nove erbe sacre per curare le malattie nel Medioevo. Si credeva anche che tenesse lontani gli spiriti maligni, motivo per il quale veniva infilato nelle serrature e appeso alle porte, soprattutto alla vigilia di Ferragosto: "si appenderanno ghirlande di finocchio sopra le porte nel giorno di ferragosto per tenere lontane le streghe. Mazzi si porranno sul colmo del tetto per tener lontana la magia nera". Carlo Magno era un grande estimatore delle proprietà curative del finocchio, che anche oggi è usato come rimedio per le coliche, come rinfrescante dell'alito e come digestivo. Nell'812 dichiarò che il finocchio era essenziale in ogni giardino imperiale.

Zuppa di pane raffermo e finocchiella

Fette di pane semi integrale raffermo, abbrustolite, spalmate di gorgonzola, finocchiella sbollentata e triturata, mezzo peperoncino sbriciolato, pecorino fresco a fettine sottili.

Tutto a strati, bagnando con il brodo di finocchiella, per 15', forno a 200°; inserire la funzione grill e tenere qualche altro minuto se non è gratinata.


2 commenti:

isolina ha detto...

Mi garba assai assai. Una rusticità molto attraente

artemisia comina ha detto...

io amo assai cotali zuppe.

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