venerdì 27 febbraio 2009

Tobia e Raffaele di Joos de Momper



Dopo il claustrofobico, ottocentesco quadro di Cazin, il trio – Tobiolo, Raffaele, il cagnolino – andava subito rilanciato negli spazi che gli sono congeniali, nel viaggio barocco. Questo quadro adempie allo scopo: c’è l’ampia valle nebbiosa che apre a percorsi che sono minuziosi, tra erbe e casolari e cespugli, e al tempo stesso infiniti, tra le mille vie che è possibile imboccare. C’è la rupe che svetta e incombe. C’è la costruzione bizzarra di un ponte dall’arco esagerato, c’è la torre. C’è l’acqua cilestrina che scorre e insieme sosta, si allarga, permette l’indispensabile riflesso di cieli e rupi. Ci sono gli umani indifferenti al trio, persi nelle loro faccenduole. C’è il colore rossodorato della terra, ci sono gli azzurri perlacei del cielo, intensi dell’acqua. Ci sono le fronde ventose. C’è tutto. Per un po’ possiamo stare tranquilli, per ciò che concerne i tre.

Gli altri Tobia e Raffele di AAA, il ragazzo e l'angelo che vanno alla ricerca del pesce miracoloso che guarirà il padre di Tobia dalla cecità, qui.

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Joos de Momper
(1564, Antwerp - 1635, Antwerp)
Rockox House, Antwerp

Biografia dal sito del Rijksmuseum

Painter Joos (Jodocus) de Momper was born in 1564 in Antwerp. Apprenticed first to his father, he travelled to Italy in the 1580s. More than 500 paintings have been attributed to De Momper, although only a small number are signed. Most of his work features landscapes: mainly fantasy landscapes viewed from a high vantage point and employing conventional colour schemes - brown shades for the foreground, through green to blue for the background. These wide panoramas also feature groups of figures. Later, De Momper began painting his landscapes from a lower angle. De Momper is considered a pioneer in landscape painting.


L’immagine, da wga

2 commenti:

papavero di campo ha detto...

mi fa pensare a un viaggio medievale che si apre al nuovo, che osa mettersi a scovare le meraviglie del creato,
la natura domina e sovrasta quelle figurine umane rimpicciolite e forse titubanti al desiderio, armate di prudenza eppure certe pulsioncelle di partire e di ammirare e di scoprire che fermentano e fomentano li hanno portati lì nel viaggio.

C'è una natura psichica che è meravigliosa nel senso di mostruosa, latente minacciosa, un masso può cascare in testa da quella rocca, l'asino può azzopparsi e rovesciare il cavalcante, un temporale giorgionesco può malcapitare da un momento all'altro, quante insidie! ma quanto preme la vita e la curiosità!

questa immagine conturba coinvolge e strabilia, quelle ampiezze, quello sconfinato a fronte di alcune certezze, l'asino (o il cavallo)il ponte per trasbordare di là dal fiume,il castello rifugio in vicinanza, la bisaccia con un pane scuro e una sardella affumicata, il truffolo con l'acqua della fonte.
In cuore un abbandono e una fiducia e prepotente quel balsamo detto fede di attingere alla scorta del rimedio contro l'ansia: il sacro delle parole sacre dei libri sacri.

Il viaggio dei viaggiatori va.

artemisia comina ha detto...

pane scuro e sardelle, pane scuro e cacio bianco. cibi sacri, mitici, ottimi.

nella bisaccia.

torna alla mente un viaggio a me caro, Lucio che si avvia verso la Tessaglia.

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