lunedì 14 luglio 2008

LAZIO. VALLE DI COMINO. UN GIARDINO COMPLETAMENTE SBARBATO.





















La selvaggeria della Valle si esprime così. A un giardino che gronda edere, glicini, allori, bossi in lotta tra loro; a un giardino in cui le erbe ondeggiano e avviluppano le caviglie, succede un giardino pelato e glabro come un vecchio monaco tibetano rapato. Il giardiniere non ha mezze misure, né attrezzi garbati. O tutto, o nulla. E così i ciuffi d’erba fitti di scalpicciante e ronzante vita non ci sono più, e tutto ciò che si muoveva è disperso e fuggito.

Si dedica agli amori solo una coppia di insetti rosso sangue, salvata dalla verticalità del muro cui si avvinghia il tronco dell’edera, mentre un compagno solitario langue sulla foglia accanto.

La rosa Forse Vanity lancia gli ultimi fiori verso la valle, la plumbago ha avuto a sua volta una bella rapata, e non le è più concesso di rovesciare i suoi rami al suolo.

E’ il momento degli oleandri, con le loro grandi teste fiorite che sopravvivono a siccità e rasoi; sul fondo del giardino, dove c’è l’ombra degli allori e dei pini, sono stati messi a nudo i vecchi muri di pietra dei terrazzamenti, sui quali hanno trovato scampo le terrorizzate linarie.

La vite, i cui rami perso al suolo sono stati raccattati e appoggiati alla pergola, stringe ancora in un viticcio l'ultimo frammento d'erba, cui si era aggrappata come fanno i neonati a tutto ciò che le loro manine trovano.

In un frammento di terreno separato dal giardino da un viottolo, ma sempre appartenete alla casa, rosseggia un fila di alberi di melograno, protetti da impenetrabili rovi.

Medito sui giardini. Di quante cose si privano, con il loro ordine? Come fermare la mano giustiziera del giardiniere senza soccombere, noi e le piante, alla lotta per la sopravvivenza tra radice e radice, tra ramo e ramo? Mi viene alla mente Piero di Cosimo, del quale si diceva che fosse selvatico e strano, e non tollerava che alcuna forbice potasse nessun ramo del suo orto, affermando che la natura non va offesa o contraddetta.

Immagino un giardino che sfumi sempre più nel selvatico man mano che ci si allontana dalla casa, spero nel ritorno delle ondeggianti erbe.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

You made such simple pics look so exotic.. Great work :D .... cheers .. keep it going :)

artemisia comina ha detto...

Arrnica, thank you so much for your comment!

papavero di campo ha detto...

sì artemisia nel selvaggio la natura, nel caotico un disegno, nel tollerare una ricchezza!

artemisia comina ha detto...

cara Papavero, dico ora della stretta al cuore quando ho visto sparire con le erbe quel fitto popolo...
ciò mi darà parecchio da meditare sulle forbici.

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