domenica 22 aprile 2007

CASTRAURE E BOTOI

da Artemisia Comina

Carciofini piccoli, vabbe’. Ma diversi l'uno dall'altro. Erano sul mercato un mese fa le castraure, sono sul mercato adesso i botoi, o botoletti.

Le castraure sono il primo germoglio centrale della pianta di carciofo, troncato perché la pianta moltiplichi i suoi fiori. Sono piccine picciò.

I botoi sono i figlioli delle castraure, piccoli carciofi troncati anch’essi in boccio, ma non più il primo centrale germoglio.

Vedi la signora che dopo avermi mostrato i botoi, che aveva in vendita, va a prendermi da un cestino nascosto le castraure – le ultime, dice – e me ne fa vedere una nella sua piccolezza. Una bontà, aggiunge. Come per dire: altro che botoi! In effetti, sono assai più piccine dei suoi botoletti.

A Rialto c’è una certa varietà: i carciofi violetti dell’isola di Sant’Erasmo, i botoletti, i piccoli carciofi che vengono da Livorno e che in Toscana pare chiamino - sentite che bel nome - carducci, i carciofini. Un banco propone un profluvio di piccoli carciofi che chiama castraure, ma sospetto siano botoli: troppo in là con la stagione.

Pare che sulle castraure ci sia tutto un guardia e ladri, al quale adesso sto a mia volta partecipando; castraure che non sono tali se non “nostrane” e primo boccio, mentre carciofini di Livorno e botoi vengono spacciati per esse.

Botoletti di Sant’Erasmo




Castraure. Notare le creaturelle nel cestino: son esse.



Ecco il banco di Rialto che propone sopra carciofini che chiama castraure, sotto i violetti di Sant’Erasmo. Ma prezzo e stagione fanno sospettare botoi.



I violetti di Sant’Erasmo, il parente adulto di castraure e botoi. 20 a cinque euro.



Ecco i foresti: i piccoli carciofi di Livorno. 10 a tre euro. Come si vede, costano meno della metà dei botoletti.



Infine, i carciofini. Ben 20 a cinque euro.

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