martedì 15 luglio 2008

LAZIO. VAL DI COMINO. ERBE A LUGLIO.


























Verso il vertice del paese, là dove si chiama Santo Stefano per via di una piccola cappella diruta, erbe che si gonfiano di semi, tracce di passi più che sentieri, la vita fervente degli insetti.

4 commenti:

cocozza ha detto...

Che bello Artemisia passare da te e trovare queste belle foto questi squarci di natura straordinaria queste mura costruite da uomini laboriosi e saggi che ora forse non esistono più, ahimè!
a presto cocozza

artemisia comina ha detto...

i muri a secco, saggio recupero delle vecchie ossa della terra, bel modo di pettinare e ammorbidire i campi, creazione di bellezze a disposizione della pecora che si gratti, del viandante che si segga.

Anonimo ha detto...

nessun muretto nella mia terra ma "calere" e con essa meco alla casa ti ritrovavi. La nonna, seduta fianco all'uscio, vestita di nero come se non bastasse il dolore che portava in cuore, ti accoglieva e non macava mai il bottiglione di vino tenuto al fresco nell'"ebi". e poi frutta, tanta, che la terra, grassa faceva fare l'uva anche ai fichi.

artemisia comina ha detto...

caro anonimo (anonima?) son qui che cerco di immaginare calere, e oscillo tra sentieri di gialla terra battuta e argini di nera terra battuta...la nonna, invece, me la immagino benissimo :)

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