Siamo in due raccolte.
Pesci. Di tutto un po', Minestre e minestroni.
Da Artemisia
Passano le stagioni, la vite americana diventa rossa, arriva Natale, e noi siamo sempre rintanati. Zuppetta di pesce all'acqua pazza. Veramente, più minestra che zuppa, poiché è così densa da non aver bisogno di crostini. Come ogni volta, non so se rallegrarmi o avere il nervoso quando vedo che una cosa semplice e venuta fuori per caso è buonissima. Comunque prendo nota.
Innanzitutto, avete fatto un pesce all'acqua pazza.
Padella a misura, giù il pesce (qui fu un'orata), squamato ed eviscerato.
Tre o quattro bicchieri d’acqua (abbondate perché volete il brodo: non dovete lessare, ma alla fine deve restare ricco sugo; diciamo che il pesce emerge per poco più di un terzo) tre o quattro giri di olio e.v. d’oliva, mezzo peperoncino secco sbriciolato, uno spicchio d'aglio, pomodorini spaccati (due manciate), abbondante prezzemolo, sale.
20’ di cottura a fuoco medio, con coperchio.
Mangiatevi il pesce in pace, e tenete il sugo con qualche polpina dispersa, pomodorini inclusi.
Aggiungete a questo fondo dei dadolini di altri pesci (io avevo una dadolata di San Pietro e una di salmone, l'aggiunta potrebbe anche essere una manciata di cozze, dei gamberi...).
Poi aggiungeteci una verdura, con parsimonia. Io avevo degli spinaci.
Fate che il brodo sia denso di pescetti e verdure.
Qui se avete coraggio e spregiudicatezza - e non pensate a quello che direbbe vostra madre - ci mettete delle fettine di zenzero, che ci stanno benissimo.
Aggiungete un po' di acqua, verificate il sale, fate andare per i pochi minuti necessari a cuocere le aggiunte. Stop.
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