Di Artemisia
Per un pranzo sul terrazzo, parco, estivo, con Nuvola che non si allontana da noi ritornati: una zuppa di pomodoro e un piatto di pesche (e il vassoio nuovo, venuto da Parigi a luglio, rivelatosi subito indispensabile).
Una verdura o un legume antichi bolliti, una sola verdura, un solo legume (o verza, o zucca, o ceci...) queste erano le più vecchie zuppe di cui si sia parlato, come ci dicono Alberini e Mistretta (Italia a tavola. Guida gastronomica. Touring Club Italiano, Milano 1984), da Platina a Stefani. La Valle di Comino ha conservato memoria di queste zuppe; in AAA le abbiamo celebrate: con la verza, con le zucchine; una verdura bollita, un soffritto di cipolla, una fetta di pane abbrustolito. Basta. Magnifiche. Mi sono detta: perché no di pomodoro, anche se è frutto moderno? Proviamo. Buonissima.
Occorrono pomodori maturi ottimi; io avevo dei cuore di bue molto maturi, ne ho affettati un po' (per due una bella scodellona grande, colma).
Ho affettato anche una cipolla di Tropea, e l'ho messa a rosolare in tegame con olio d'oliva con un pizzico di peperoncino in polvere.
Quando rosolata, ho aggiunto i pomodori e li ho fatti appassire.
Ho aggiunto acqua a coprire, sale e rametti di basilico (poi tolti).
Ho fatto cuocere ancora (in tutto, circa 15/20').
Ho abbrustolito quattro fettine di pane di semola casereccio ottimo (di Le Levain) e le ho leggermente strofinate con uno spicchio d'aglio.
Fette nel piatto, su i pomodori con il loro brodo; ho fatto un po' intiepidire, e ho aggiunto basilico fresco.
2 commenti:
perfetta e geniale!
Isa, ho pensato a te :)
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