martedì 12 dicembre 2017

Dicembre. Una festa con ospiti selvatici.


Dicembre 1990. Una festa con ospiti selvatici. Arrivano due rose di Natale. Disastro, una è il doppio dell’altra, ci mancava solo questa, già due ospiti stavano uccidendosi intorno a un progetto universitario. Senno di poi: inutile incazzarsi, poche sono le decisioni che mutano il corso dei tempi. Se la stupidità è mainstream, la lotta va portata altrove, nelle foreste, con Robin Hood. La presenza di universitari, con la loro nota rusticità, fa sì che un ospite prima mi soffi in un orecchio che il Dolcetto Bersano non è della miglior marca, poi reclami una seconda bottiglia di Brachetto come si fa in osteria, con il tono perentorio di chi deve risvegliare dai suoi sogni una ragazzotta che ciondola in un angolo cercando di ignorare il rozzo avventore (non lo menai lì per lì, ma non ebbe più la fortuna di poter pestare le mie tovaglie). Sul tavolo c'è un'enorme tovaglia ricamata, magnifica, troppo grande, piena di putti, che non ho più avuto occasione di mettere.  Menu: Timballo di capellini, il mio amato timballo, in cui ho versato un intero vasetto di crema di tartufi; Pollo ripieno, disossato e farcito di ogni che, adatto a nutrire folle e al contempo assai buono; Budino di zucca, ad anello, con radicchio rosso nel foro centrale; Sformato di spinaci e piselli, pure ad anello, con dentro funghi trifolati; Soufflé di banane e Soufflé al rum del Talismano della felicità, che arrivarono sotto forma di frittata (quasi): mi ero concessa il lusso di Sonia in cucina, ma la sua energia abruzzese non si confaceva al "mescolare con delicatezza". Mai più rifatti, vuoi vedere...

Timballo di capellini al tartufo

Budino di zucca con radicchio tardivo 

Sformato di spinaci e piselli con funghi trifolati

Pollo ripieno

Soufflé di banane e Soufflé al rum



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