Da Artemisia
La ricchezza del mercato di Padova l'ultimo dell'anno e la compagnia di Cucurbita Serenissima che la sa lunga mi hanno portato alla scoperta di una rapa nera non solo bella nella veste scura che copre, sottile come un ruvido velo su un corpo bianchissimo e setoso, ma anche buona nel suo piccantino ravanellico e rafanoso. Ramolaccio la chiamano, e ho vaghi ricordi di favole dove l'eroe veniva nominato così. Nel menu di Dicembre 2011. Venezia. La cena dell'ultimo dell'anno.
Rapa nera grattugiata e servita in una coppetta a parte con un'insalata di radicchio tardivo, chi la voleva la aggiungeva.
Versione di Giuseppina Mabilia: lo taglio sottile col pelapatate (lavoraccio) lo faccio macerare con fior di sale e succo di limone con un po' di buccia grattugiata; finisco con un buon olio d'oliva e.v.. Una buona tecnica per " cuocere" le verdure, soprattutto radici, a crudo.
3 commenti:
Lo mangiano anche in Francia: "radis noir" (mentre i rapanelli della bella stagione si chiamano "radis roses", i variegati, o "r. rouges", come i nostri). Non ne vado proprio matta, del radis noir, forse anche perché non lo so scegliere e a volte è filaccioso e veramente troppo piccante... Buon anno a tutti e tutte. CHIARA
P.S.: http://www.750g.com/recettes_radis_noir.htm
CHIARA
ben venuta chiara e grazie del link!
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