Propongo una ricetta che molti anni fa mi passò mio fratello Franco che tornava da Oslo. Una delle mie prime cucine. Come un certo risotto al whisky, pure avuto da quel fratello che si dilettava di cucina. In gioventù la feci più volte, sempre sollevando entusiasmi: il piatto è goloso. Mi capitò poi di frequentare quei paesi e di mangiare aringhe di ogni tipo, in ogni momento. Ritengo queste degne delle indigene; sono tra le versioni ricche. Ne ho fatta una volta una versione con yogurt greco, ma non è per niente la stessa cosa. Nel menu di Dicembre 1988. L'ultimo dell'anno. Nel menu di Settembre 2002. Buffet Still life, ovvero natura Morta Olandese. Nel menu di Dicembre 2016. Venezia. La cena dell'ultimo giorno dell'anno si conferma piatto goloso: ce lo siamo quasi finito in otto. Le ho rifatte a dicembre 2022 (quelle nella ciotola azzurra), per il piccolo buffet di Dicembre 2022. Cònsolo 1.
Per 12 persone.
Il piatto si comincia a preparare 48 ore prima.
48 h prima.
- Mettere 600g di filetti di aringa, già puliti (cercarli dolci: i sottovuoto sono da preferire a quelli da dissalare), per 24 h ad addolcire nel latte (1/2 l.); eventualmente allungarlo con un po' d' acqua (ben coperte!).
24 h prima.
- Mettere in una ciotola: un cucchiaio di aceto, 3 cucchiai di olio d'oliva e.v., il succo di un limone: dare una sbattutina. Versarvi su 750/800g di panna fresca. Emulsionare.
- Tagliare a fettine sottili: un paio di cipolle, un paio di carote (nella ricetta originale, barbabietole; se non si trovano, le carote ci stanno ottimamente e danno anche un bel tocco d'arancio), un paio di mele non farinose (meglio se un po' acerbe; tagliarle in ultimo perchè non anneriscano).
Si mescola tutto con la panna; qualche foglia di alloro qua e là e qualche grano di pepe nero.
Nel piatto in cui saranno servite, si mettono prima le aringhe a pezzi, poi ci si versa su tutto il resto, quindi in frigo per 24 h.
Se il piatto non è abbastanza largo, si possono fare degli strati. In questo caso, lo strato superiore di intruglio, che sia un po' più alto.
3 commenti:
Le Aringhe, queste sconosciute
che meraviglia le aringhe...
verso i vent'anni a Kopenhagen poco prima di natale rimasi per ore dentro il mercato coperto davanti a decine di tipi di aringhe e loro cugine e conoscenti affumicate, salate, seccate, asciutte e polpute, appese, distese e quant'altro.
Avvolte in molti fogli di giornali mi hanno fatto compagnia in treno nel viaggio di ritorno e poi a casa ogni giorno guardavo, annusavo e assaggiavo.
Devo tornarci assolutamente magari prendendo spunto anche dai tuoi post danesi
le aringhe in valigia sono atto di puro coraggio!
(io una volta ci portai le sarde in saor...)
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