sabato 15 ottobre 2011
GRECIA. PATMOS. CHORA. PALAZZO SIMANTIRIS.
Visita a una vecchia casa di Chora, palazzo Simantìris, costruito nel 1625 dal ricco mercante Aglaïnòs Mousodàkis, che si dice essere “rimasto com’era”.
Il palazzo è una grande casa privata; c’è solo una vecchia signora garrula come un pappagallo nella gabbia, stanziale al piano terra dalle grandi finestre ad arco che era magazzino e luogo di lavoro e oggi è il suo rifugio pieno di piante e cuscini e centrini e tazzine e statuine e quadretti e vasetti come tutto il resto della casa, ovvero la cosiddetta parte “museale” al piano di sopra, dove la signora sembra spingersi solo per accompagnare i sorpresi visitatori.
Infiniti parafernalia e scarabattoli; su uno dei letti una sinistra bambola pendendo in avanti pare vampiro in astinenza, pronto ad addentare chiunque ceda a quelle vecchie piume. Una foto di famiglia in un malinconico e antico bianco e nero mostra una coppia circondata da una corona di cinque figli di cui una sola femmina, la piccola, lei, che oggi potrebbe avere ottantacinque anni. Fecero cinque figli, ci dice con un orgoglio che spaventa, per poter avere lei, l’erede femmina, così come si usa in più d’una di queste isole che un tempo furono sacre ad Artemide.
Intanto ci saltella attorno malgrado gli acciacchi che ogni tanto la portano a sedersi lamentosa, mentre ci invita perentoriamente e proibisce altrettanto decisamente ora a fare una cosa, ora a non farne un’altra. È il più bizzarro museo del mondo, dove curatore, proprietario e custode sono tutt’uno, e dove il pagamento è al buon cuore del visitatore tra obolo e acquisto di souvenir (un centrino, una cartolina) mentre quella allude alla durezza della vita e al nessun aiuto per la sua meritoria opera di tener desta la memoria.
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1 commento:
appare come un sognato rifugio...
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