mercoledì 14 settembre 2011
GRECIA. KOS. I GATTI DI ASCLEPIO.
Tra i simboli che accompagnano la figura di Asclepio c’è anche il gatto, va a sapere perché. Vengono in mente Bastet, la dea egizia della salute e della fertilità dalla testa di gatta e Tolomeo II d’Egitto, che fu adepto del culto di Asclepio e artefice della versione monumentale del santuario di Kos a lui dedicato; penso al rapporto tra questo dio tardivo, autunnale e impregnato delle variegate culture delle tarda antichità e l'Egitto.
A Kos si arriva all’Asclepeion, situato a una quarantina di chilometri dal porto, con un molto traballante e cigolante trenino, concludendo il percorso con una stretta via bordata da cipressi che preannunciano il bosco sacro, dopo aver fiancheggiato campi ricchi di agrumi al cui orizzonte azzureggia il mare; scesi dal treno si accede a uno stretta galleria di arbusti, quanto mai segreta, ombrosa e fresca; adatta, con la sua frusciante oscurità, a fare da ingresso propedeutico all’illuminazione sacra offerta dalle spianate soleggiate, bordate di scuri cipressi, dislocate in tre terrazze costellate di ruderi, che costituiscono ciò che resta del santuario. Fino al suo ingresso vi accompagnano nugoli di smilzi gatti. L’ultimo è sdraiato sulla sedia del guardiano.
Vi chiederete: fossero per caso i sacerdoti – medici, gli asclepiadei, quelli che accoglievano i pellegrini accompagnandoli nella purificazione del corpo e dell’anima prima di farli accedere agli incubatori, dove avrebbero dormito il sonno durante il quale il dio avrebbe proposto loro la soluzione dei mali sofferti? E li guarderete di sottecchi, per vedere se tradiscono la loro vera natura.
L'Asclepeion di Kos su AAA.
Chi era Asclepio?
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
2 commenti:
e' l'intelligenza gattosa che nascondono dietro sguardi enigmatici resi ancora più misteriosi in questo meraviglioso percorso narrato
caty, quei gatti sanno.
Posta un commento