A Kos torniamo a distrattamente a vedere l’assai acciaccato platano che si pretende sia quello sotto cui Ippocrate insegnò la sua scienza. Dovrebbe avere 2500 anni, si insiste che ne abbia almeno 450, si perora che nasca, in ogni caso, da un pollone del primigenio. Chiunque abbia visto l’Asclepeion, del resto, dà per certo che se proprio Ippocrate avesse voluto insegnare, non avrebbe mai messo piede fuori di lì.
Assai di più torno per fare una visita alla negletta Moschea della Loggia, aggraziata e bella nella sua eleganza da XVIII secolo, costruita in buona parte con pietre tolte all’Asclepeion; la trovo ancor più sciupata dell’ultima volta, aggredita da rotture e rifiuti, lei e la sua fontana, serrata in se stessa in un offensivo e desolato vuoto d'uso; haimé, com’è difficile riconoscere un bene quando lo si ha, come si può trascurare per ripicche, risentimenti, ubbie, capricci.
Dal precedente viaggio a Kos:
tracce antiche nel muro della Moschea
pietre
il mercato di Kos
Da questo viaggio:
l'Asclepeion
i gatti di Asclepio
chi era Asclepio?
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