giovedì 17 febbraio 2011
COPENHAGEN. ROSENBORG SLOT. VETRI E SPECCHI.
Una piccola stanza è tutta rivestita di specchi, anche il soffitto, pure il pavimento. I vecchi specchi svaporati e svaniti hanno riflessi profondi, come acquei, come di tranquillo assonnato stagno o di limpido fiume. Federico IV, 1700 circa. Mettersi lì a fare il pesce. Non so quanto tempo si possa sostenerlo.
Amo questi castelli piccoli, che sanno di re - gnomo e re - gazza ladra, di re intenti a farsi la tana, a riempirla di oggetti privi di senso se non quello dell'essere catturati da ciò che brilla, luccica, fa gola, incuriosisce, cattura, fa giocare.
Così diversi da quei palazzi immensi che riempiono di sconforto e dai quali si vuole scappare subito (lo sapevate che il re Sole non stava mai fermo?) . Stanze, studioli dove ci si accaserebbe volentieri.
Agli specchi fanno eco i trasparenti vetri, i glaciali cristalli, le finestre piombate che danno sul parco innevato, anche di tenera fresca neve appena caduta.
La stanza degli specchi
Foto di Nunchesto e Artemisia
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