mercoledì 20 ottobre 2010

VENEZIA. RISTORANTE AL COVO.







Un altro ristorante veneziano frequentato anni fa e poi non più. Ritornarci, un piacere. Ho ritrovato quell'atmosfera di una Venezia che ci accoglieva con il suo ineguagliabile garbo. Quel garbo da isola, quel colore particolare che tinge di sè tutto ciò che avviene su quelle spiagge incatenate dai pali e corrose dalle maree; colore che ha pure una componente funesta che si esprime in ineusaribile lamento e rancorosità, ma che nella sua parte avvincente è località irriducibilmente speciale e seducente. E questa particolarità, checché se ne dica, si esprime anche nel cibo.

Per andare al Covo si va verso l'Arsenale, a Castello, si sprofonda nella città ciacolante, verso uno dei sestieri popolati ancora di abitanti e botteghe.


Di fronte al Covo un paio di ristoranti apparentemente terribili, gli unici a quanto pare scelti da quelli che poi si lamentano di come si mangia a Venezia, ma il piccolo campo, come sempre, è bello. L'ambiente è piccolo, soffitti bassi, luci, colori, fiori e accoglienza molto curati: ci si infila nel ristorante come in un guanto.

La cucina è vecchio stile (chissà se poi davvero vecchio), senza nessuna presentazione "giapponese" o piatti disegnati, ma c'è un'aria di casa raffinata ed elegante e l'attenzione alle materie prime è uno dei vanti del luogo. Ci servono signori in lungo grembiulone blu con su il ricamo di un par di pesci abbracciati - tra loro una sorta di babbo natale dagli occhi celesti e molto roseo che ancora deve farsi crescere la barba ma che per il 24 dicembre penso sarà perfetto - e la bionda signora che presiede oltre che all'accoglienza anche ai dolci è presente e attenta. L'ambiente accoglie molto confortevolmente, il posto è popolare tra i turisti, molti con occhi a mandorla e assai fotografanti se stessi e il cibo nonostante le luci parecchio soffuse (turisti? Come dicevo in altre occasioni, questo non è sistematico e sicuro brutto segno: dipende da quali turisti) .


Cosa mangiamo?
Una fine crema di fagioli con le volgole e qualche strisciolina di rosso peperone arrosto: buonissima.
Un polputo baccalà con pistacchi (ma come usa qui, sarà stato stoccofisso anche se chiamato baccalà) e cremosa salsa di patate al rosmarino.
Un'ottima torta (anche lei cosidetta, in realtà un dolcetto monoporzione, cosa che permette di ottenere un cuore tiepido e morbido avvolto in quasi croccante impasto) di pere e mirtilli con salsa alla grappa e cannella.
Preso dal clima veneto, Nuchesto ordina un buon Soave Pieropan.
Guardate la foto del pane: quella focaccina - mi sembrava all'olio - molto gustosa.


Viene proposta un formula Hostaria (eh, sì, anche qui questo vezzo dell'acca) per tutti i commensali, coperto incluso, a 52 euro scegliendo un antipasto o primo, un secondo, e infine un dessert o i formaggi (formula che scegliamo). A pranzo c'è la possibilità di mangiare a prezzi più contenuti con una proposta diversa ma sempre molto curata: la scelta si restringe, ma non, ovviamente, la qualità.

Siccome il ristorante ha un sito ben fatto, vi rimando a quello per saperne di più.

Al Covo
Castello, 3968
041 522 3812

4 commenti:

Barbara ha detto...

Ciao cara Artemisia,
come stai?

Sai, anch"io ero un'assidua frequentratrice del covo e' passato molto tempo dall'ultima volta, troppo, bisogna rimediare.
Che piacere sentirti dire che Venezia ancora ti accoglie "con il suo ineguagliabile garbo", non sono in molti a pensarlo, non piu purtroppo.
Castello e' ancora per certi aspetti area popolare e viva, veneziana, ma fino a quando durera"?! la zona intorna alla Via Garibaldi e' un'area molto gradita per una cena, un aperitivo, per ritrovarsi tra abitanti "veri" e botteghe.

Grazie per tutto il bello che di Venezia hai postato ultimamente.

A presto

Ester ha detto...

Anche se scrivo poco, ti leggo sempre. Ma come si fa a non commentare se parli degli amici del Covo? Lo sai che è la dolce signora americana a preparare tutti i dolci?
Ti è piaciuto andare a zonzo dalle mie parti? Il baccalà: stoccafisso, certamente.
Un abbraccio.

artemisia comina ha detto...

barbara, prima del Covo, abbiamo preso uno spritz a via Gribaldi ; )



ester, allora magari una volta ci andiamo insieme! (certo che so dei dolci della dolce signora :))

Anonimo ha detto...

Gentile Artemisia, ti ringrazio dopo un we passato a Venezia con il mio compagno.
Ho seguito le tue orme, Da gigio e Le Testiere. Che dire? rapiti.
Ai vizi e Virtu' ci siamo arrivati casualmente seguendo il ns. fiuto goloso e lo ritrovo ora in vecchi tuoi post.
ti ringrazio per averci consentito di godere appieno di una venezia , fuori dall'onda (dei turisti) che abbiamo cercato e trovato . Abbiamo scoperto un tempo diverso, lento, ironico , gaudente.ci torneremo . magari affittando un appartamento. ti vorrei porre un quesito.ricordo che avevi postato di negozi di artigiani di artisti. non trovo più nulla di tutto ciò. mia inettitudine informatica o davvero hai rimosso i post? ti ringrazio. Alessandra

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