Mi capita raramente di fermarmi a pranzo a San Lorenzo, ma questa volta ero lì da sola e avevo un paio di ore da perdere e dovevo leggere alcune cose. SAID apre a mezzogiorno il suo caffè ristorante con i begli ambienti luminosi ricavati dalla vecchia fabbrica di cioccolato (per altro, ancora più che attiva: si attraversano stanze colme di giocattoli e seduzioni di cioccolata verso i quali non posso non allungare le mani e si sbircia, dietro un ampia vetrata, il laboratorio dove si covano uova). Mi precipito, mi piazzo a un tavolo con le mie carte e ordino una crema di carote con pistacchi (ottima aggiunta, da ricordare: semplicemente, pistacchi triturati belli qui per colore e sapore) che arriva in lucente gavetta, un crostino di polenta spek e fontina, una crostata con crema e marmellata. La qualità del cibo è come deve essere, buona. L'ambiente è seducente, mi perdo ancora una volta a guardare gli stampini alle pareti, pensando a tutti i loro passati anni di fatiche e al riposo perplesso dal quale ci guardano mangiare il prodotto dei loro successori e discendenti; il banco dei dolci è piacevolmente eccessivo.
4 commenti:
Lo sai anche a me piace tantissimo Said, ogni tanto ci faccio delle incursioni e mi perdo tra i suoi contenitori di vetro. Devo ringraziarti perchè sei stata tu a farmelo scoprire.
Ciao
Ape*
e va bene, tu continua pure così, costringimi a venire a vivere a Roma... poi non rispondo delle conseguenze!
Pasqua serena
mi sembra tutto meraviglioso, dagli stampini appesi (che mi hanno strappato un ohhh! di stupore), alle tovagliette smerlate, ai dolci e a tutta l'atmosfera maghrebina che vi si respira... fantastico! grazie gentile Rosa Maria, colgo un'altra occasione per rinnovarti i miei auguri e a presto!
p.s. leggendo meglio il menù, forse il marocco non c'entra niente (pensavo che per said si intendesse il tipico nome arabo), ma le immagini mi hanno ispirato in questo senso... ariciao artè
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