SIRIA. PALMIRA. ZENOBIA.

Che faccia aveva Zenobia, la regina di Palmira che sfidò i romani? Dicono che fosse bellissima, pelle scura, occhi sfavillanti, sorriso lampeggiante, impavida guerriera. La sua storia dopo la sconfitta esprime, nelle diverse inconciliabili versioni che ne restano, il travaglio che la sua avventura suscitò: storici arabi dicono della sua uccisione, quelli romani dicono che venne portata a Roma in catene d'oro e che divenne poi matrona romana in quel di Tivoli. A Tivoli ci si tiene ancora, a questa fiera regina addomesticata, e se ne indicano tracce qua e là; una tomba antica ritrovata piena di regali gioelli viene indicata come quella che fu della figlia.

Aymed, la guida siriana, ci ha tenuto a lungo, all'ombra dei portici dell'Agorà, ad ascoltare, intervallando la sonora lettura con sguardi che misuravano sulle nostre facce l'effetto che faceva, la fervida lettera piena di sfida che Zenobia mandò all'imperatore romano che l'avrebbe sconfitta, Aureliano. Oggi Zenobia è vissuta da molti come la prima forza araba che ha sfidato il colonialismo occidentale. La bellissima faccia della beduina che vendeva stoffe sulla soglia di una tomba torre mi pare adatta ad evocare Zenobia.

Foto di Nunchesto.



Wikipedia, che avvalora la versione della morte a Tivoli, dice: Zenobia Settimia, il cui vero nome era Bath-zabbai (... – Tivoli, 275), fu la regina di Palmira dal 267 e la seconda moglie del re di Palmira Settimio Odenato (Udhayna). Rimasta vedova trasformò il suo Stato in una monarchia, nominò suo figlio Vaballato Augusto e accrebbe i propri domini con l'occupazione dell'Egitto.

Quanto a lady Stanhope, di cui AAA ha già parlato, pensava di essere la reincarnazione di Zenobia; e per altro quest'ultima si riteneva discendente di Cleopatra.