domenica 13 settembre 2009
TURCHIA. MUSEO DI EFESO. MENANDRO.
Questa bella faccia alla quale lo scultore (IV secolo dopo C.) ha voluto dare la parola sarebbe Menandro, il commediografo che visse in età ellenistica ad Atene senza mai allontanarsene, benché invitato ad Alessandria, che ai suo tempi – siamo alla fine del quarto secolo prima di Cristo - era ben più importante, più “città” di Atene, era la nuova brillante capitale. Caso vuole che di lui non si ebbero, a lungo, che citazioni degli antichi che molto lo ammiravano – anche ad Efeso, pare - e frammenti, finché fu proprio in un bazar egiziano, nel 1958, che un mercante inturbantato allungò un papiro a qualcuno, che si ritrovò una intera commedia del poeta in mano. La storia narrata, basata sul personaggio di un avaro padre di una fanciulla che ha con un bel giovine un amore contrastato dalla burberia del padre, ricorda assai tutto ciò che venne dopo, non solo con i romani, ma poi con Molière e anche con Shakespeare. Radici della nostra cultura e dei nostri codici, eccole in quella Turchia che, aprendosi come una cornucopia, rovescia fuori di tutto, rimettendo insieme le sponde del mediterraneo, allungandosi fino al baffuto oriente
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4 commenti:
che bella faccia virile!
faccia teatrale senz'altro,
faccia seduttiva da attore prima che da commediografo! e cerchi somiglianze.. Carlo Cecchi o Alfonso Gatto quando si mise in testa di fare l'attore!
sì, anch'io ho detto: un attore. è il commediografo della "naturalezza" e della "verità della vita"; forse l'iconografia lo vuole evocare.
finalmente, dopo vent'anni, al nome del commediografo viene dato il volto, ché il Cantarella non ce ne ha mostrato mai,... nemmeno uno!
;-)
un bel tipo, direi (sembra che anche pap sia d'accordo :))
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