martedì 5 agosto 2008

VICEVERSA. TOBIA E IL PESCE.








Ebbene, ecco che succede a non leggere le fonti. Mi stavo perdendo che la storia di Tobia, dell’Angelo, del pesce è un vero e proprio Viceversa: la bestia mangia l’uomo.

Infatti il grande pesce – poiché il pesce era un bestione, non quell’aringa simbolica che si vede nel quadro di Filippino Lippi - esce dall’acqua del Tigri accanto al quale si fermano, e con un gran balzo si butta a divorare il piede di Tobia. Solo dopo una certa lotta questi ha ragione del pesce.

Il dipinto di Lippi è di grande finezza, ma Tobia a furia di devozione finisce con l’assumere l’aria di chi ha saporosamente assaggiato le “sostanze” contenute nell’ampolla dorata che Raffele lo spacciatore, che ne osserva gli effetti, porta nella mano destra.

Come si sa, nel piccolo vaso ci sono le magiche interiora estratte dal pesce, che Tobia mentre sogna e vaga con la mente chissà dove, porta graziosamente come un raffinato borsellino.

Notate quel cagnolino fatto di solo pelo candido, senza altro corpo, e quello scorcio di edificio sul fondo, che come spesso nei quadri del rinascimento evoca città impossibili e aliene, consone ai quei marziani che sono i bellissimi dipinti in primo piano.

Tutta la storia di Tobia in liberliber propriocome la racconta la Bibbia, che è libro magnifico, e qui ha un ritmo, e apre certi spazi in fondo al tempo, e ci ricorda il Medioriente, e mostra certi personaggi - il lamentoso Tobi padre non ha nulla da inidiare a Austen, Raffaele è molto intrigante eccetera - per cui Andate, e Leggete.

Filippino Lippi, 1475-1480

National Gallery of Art, Washington

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Gli altri Tobia e Raffaele di AAA, qui.

1 commento:

Anonimo ha detto...

con quel pesciolino lì? quello di Caravaggio si che era un bel pesciolone!

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