Aprile 2008. Toscana. Argentario. Spuntino maremmano da Dolcesca. Il Comitato Organizzatore della festa maremmana ha apprezzato in ogni particolare l’ambiente che la casa di Dolcesca e Marco potrà offrire agli accademici che intendono lì riunirsi: la rilucente e solida cucina professionale, l’ampio tavolo di lavoro e i tavoli pronti ad uscire dal capanno per accogliere piatti e bicchieri, i divani per accademici eventualmente spossati, le terrazze per offrire le guance agli spifferi già estivi, i fornelli all’aperto per esprimere voglie di fritture, le schiere di piatti con doppia cottura della ceramica che non si rompono nemmeno se tirati sulle teste più dure, l’esotico padiglione per meditare con un bicchiere in mano, gli scarrupi boscosi fitti di fiori e di tracce di selvatici passaggi per sciamare tra le fronde e perdersi. Ma ha pure apprezzato il privilegio di farsi uno spuntino maremmano nella solitudine del progettare. Formaggi della Parrina: l’ottimo Guttus venato di muffe, il Pecorino stagionato dai molti aromi, i piccoli Tomini di capra che sembrano duri come un che ma poi si fendono in saporite scaglie, la setosa Caciotta di capra, il fresco Ravaggiolo. Accompagnati dalle Gelatine di vino (bianca di ansonica, rossa di sangiovese) o dalla Confettura di pere e grappa veramente apprezzabili. Poi Misticanza, carciofi crudi, buoni Salami di cui uno con il fegato, morbido e profumato di finocchio, comperati al mercato che si tiene ad Orbetello di sabato, proprio sul bordo della rilucente laguna.
martedì 18 marzo 2008
Aprile. Toscana. Argentario. Spuntino maremmano da Dolcesca.
Aprile 2008. Toscana. Argentario. Spuntino maremmano da Dolcesca. Il Comitato Organizzatore della festa maremmana ha apprezzato in ogni particolare l’ambiente che la casa di Dolcesca e Marco potrà offrire agli accademici che intendono lì riunirsi: la rilucente e solida cucina professionale, l’ampio tavolo di lavoro e i tavoli pronti ad uscire dal capanno per accogliere piatti e bicchieri, i divani per accademici eventualmente spossati, le terrazze per offrire le guance agli spifferi già estivi, i fornelli all’aperto per esprimere voglie di fritture, le schiere di piatti con doppia cottura della ceramica che non si rompono nemmeno se tirati sulle teste più dure, l’esotico padiglione per meditare con un bicchiere in mano, gli scarrupi boscosi fitti di fiori e di tracce di selvatici passaggi per sciamare tra le fronde e perdersi. Ma ha pure apprezzato il privilegio di farsi uno spuntino maremmano nella solitudine del progettare. Formaggi della Parrina: l’ottimo Guttus venato di muffe, il Pecorino stagionato dai molti aromi, i piccoli Tomini di capra che sembrano duri come un che ma poi si fendono in saporite scaglie, la setosa Caciotta di capra, il fresco Ravaggiolo. Accompagnati dalle Gelatine di vino (bianca di ansonica, rossa di sangiovese) o dalla Confettura di pere e grappa veramente apprezzabili. Poi Misticanza, carciofi crudi, buoni Salami di cui uno con il fegato, morbido e profumato di finocchio, comperati al mercato che si tiene ad Orbetello di sabato, proprio sul bordo della rilucente laguna.
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