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Ogni volta che vedo il mormorante di sorgenti termali specchio d’acqua di Bagno Vignoni, penso a Santa Caterina da Siena e ai suoi disgraziati genitori che ve la immersero, pallida e secca giovinetta, più volte, nella speranza vana e terrestre che quella la smettesse di praticare caparbi digiuni e rifiutanti astinenze celesti. Interessante notare per altro che già allora la prima idea dei due poveretti fu di malattia e non di santità.
Nella sera estiva in cui ho scattato queste foto l’ho vista nuotare, capricciosa e muta di testardaggine, le sottili trecce chiare fluttuanti, tra acque scure e luminescenti fiori di cappero.
Questa piscina d’acqua è densa di fantasmi, basta riflettervisi e ognuno troverà il suo. Non mancano quelli dei pellegrini della via Francigena, di Lorenzo De Medici, di Pio II. L’hotel Terme è probabilmente il solo sprovvisto di piscine termali, ma certo il più suggestivo, così memore di armoniche squadrature rinascimentali e così riflesso nell’ipnotico specchio delle acque. Ha un ristorante anche all’aperto, che quella sera era tutto illuminato da un festa di matrimonio, e un bar, proprio sul davanti, dove ricordo uno spuntino mattiniero con un bicchiere di Brunello di Montalcino, pane sciapo, salame toscano. Più in generale, a Bagno Vignoni non mancano piccole trattorie dove mangiare qualcosa, se non fosse altro tra belle pietre e incantanti acque.
1 commento:
Belle le foto. Incantevoli.Più di tutto, però, mi incanta il titolo, anzi più di tutto sono lì a rimirare una parola: la testardaggine. Mi frulla per il capo,come se dovessero arrivarmi vecchi ricordi.
sandra
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