mercoledì 2 maggio 2007

INDIA A ROMA. RISTORANTE JAIPUR





Ristoranti Indiani. Inseguendo il ricordo dell’India, misurandosi con la confusione che cucine così lontane inducono, e che può essere avventatamente liquidata con : troppo piccante, tutto uguale, la cucina italiana (la trattoria sotto casa, quella di mia madre) è la migliore.

Provati alcuni ristoranti romani.

Molti anni fa, il primo, il Guru. Un po’ disadorno, non male.

Poi più volte Mahrajah: impegno a ricreare una sorta di fantasia di lussi indiani nell’ambiente, buono.

Quanto a Suryamahal, che li possino. Quando comparve alla ribalta di Trastevere, oramai molti anni fa, con quel bellissimo terrazzo estivo accanto alla fontana di piazza Trilussa, due menu, uno di carne e uno di verdure buoni e a buon prezzo, che altro volere? Per esempio, che non peggiorasse di anno in anno, fino a diventare infrequentabile.

Infine, mettiamo piede al Jaipur, anch’esso vicino casa. Bruttanzuolo, grande, grazie a dio con tavoli liberi in un affollato sabato sera trasteverino ove ogni sia pur orribile pizzeria rigurgitava. Ci sediamo speranzosi e timorosi. Ci alziamo sorridenti e pensando di tornare. Chiuderemo un occhio sulla sua tristanzuolezza, mica si può avere sempre il bracciale di bianchi fiori profumati che mi misero al polso appena entrati nel ristorante del Taj Mahal di Mumbai.


Grazie al sito del Jaipur, che propone il suo menu, sono in grado – oh miracolo – di dirvi cosa abbiamo mangiato.

Le squisite (gli squisiti?) papadam, focacce croccanti e sottili di farina di ceci speziata, che si associano con tre salse, tutte e tre buone: una di yogurt e menta, una di pomodori e sedano alquanto piccante, una di tamarindo. Questo “antipasto” viene servito d’ufficio.

Un piccantissimo pollo a pezzi disossati, con patate, il Murgh vindaloo con salsa vindaloo piccante al modo di Goa; questo l’ho preso attratta dal piccante e da Goa, evocante orientalismi e occidentalismi. A Venezia abbiamo una testa di santo indoportoghese – arte di massimo fascino, ricordo una bella mostra a palazzo Venezia - che viene da lì.

Nunchesto non ha rinunciato all’amato pollo cotto nel forno tandoori: Murgh Tandoori.

Per scostumatezza, abbiamo odinato anche Jhinga tikka masala, Gamberi con salsa di erbe orientali fresche e spezie, proposti come specialità.

E per non mancare le verdure, ecco il Baighan Bharta, Purea di melanzane cotte nel forno di terracotta con spezie. Sorpresa: hanno sapore affumicato. Subito la memoria è corsa alle melanzane affumicate della Locanda della Tamerice.

Ubla Chawal
Riso bollito

Kashimiri Pulao
Riso con piselli e frutta secca

Jaipuri Naan, Focaccia semplice, calda, lieve, ottima. Viva il pane indiano.

Vino, approvato.

Conto: 50€ in due.


Jaipur
Via Francesco a Ripa 56
tel. 065803992


Maharajah
Monti
via dei Serpenti 124
tel. 064747144

Il Guru
Monti
via Cimarra 4/6
tel. 0648904656

Suryamahal
Trastevere
piazza Trilussa 50
tel. 065894554


Le foto di matterelli per chapati e della grattugia-tartaruga per verdure e cocco sono di Dolcesca e provengono dal suo ricco tesoro orientale.

La foto del santo è quella del nostro santo, da Goa.



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Aggiornamento agosto 2010: il ristorante ha chiuso.
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