SAN CARLO
BARATTI & MILANO
FIORIO
MULASSANO
BICERIN
da Artemisia Comina
Be’, allora, questi caffé, la gloria di Torino? Ci siamo stati, che ne pensiamo? Il notro molto inglese amico Kim, parlandone entusiasta, si è lasciato scappare un: "Come Vienna!". Certo che ci siamo stati. Adesso, e nelle passate visite alla città, quando, questa assai più scura, rettilinea e silente, solo lì ci consolava al calar della sera.
Per questo ricordo con riconoscenza Baratti & Milano che all’imbrunire della notte dopo una giornata di lavoro, quando finalmente potevo dare un’occhiata alla città e quella si chiudeva come un’ostrica, mi accolse imprevisto a uno svoltar d'angolo cupo con luci, profumi, incanti, specchi. Terra di salvezza.
Ci sono tornata questa volta alle sette di sera, quando si andava svuotando, per un aperitivo analcolico alla mela, accompagnato da piccoli rustici. L'aperitivo è stato molto discusso con il cameriere, che volendo esser certo dell'incontro tra domanda e offerta - l'apertivo alla mela era una novità approntata per me dopo attenta esplorazione dei miei desideri - ho colto perfino a dargli una furtiva annusatina da presso. Non male. I rustici erano senza seduzioni, e facevano venir voglia di andare in cucina a chiedere perché non ci si divertisse un po' di più.
Anche di Mulassano avevo ammirata memoria, memoria di specchi, ancora, sempre, di legni, di spazio piccolo e denso di decori, di dolcezze. Con Mulassano ci siamo congedati da Torino alla mattina presto di domenica, mentre tutti cascavano giù dal letto, i clienti abituali arrivavano alla spicciolata con il giornale sotto il braccio, l’ architetto – “buongiorno, architetto!” – certo senza pettinarsi e probabilmente con gli stessi pantaloni della notte. La compunta signora in grembiulino nero non si sapeva se voleva venire al tavolo o no a chiederci cosa volessimo; poi si è capito che i cornetti con la marmellata dovevano ancora sortire dal forno, e la cosa le scocciava un po’. Che fortuna però mangiarli caldi.
Il San Carlo invece ci aveva accolto con i suoi specchi – certo, gli specchi, e gli stucchi, e i lampadari – alla mattina del venerdì, appena arrivati. Una veneziana con granella di zucchero e un cappuccino, un cortese giovane cameriere. Una centrale mostra di brioche già un po’ saccheggiata veniva riallestita, ma non abbastanza celermente. Così è in alcuni caffé: c’è molta cortesia del personale, ma una gestione un po’ trascurata dei vassoi, che invece in tali gloriosi contesti si presterebbero ai più teatrali e suggestivi allestimenti.
Fiorio a mezzogiorno per uno spuntino. Di nuovo un simpatico, cortese giovane cameriere, stanze che si susseguono vuote con la seduzione degli stucchi e rievocano fantasmi di avventori persi in lunghe discussioni da caffè, un tavolo di cibi pronti non abbastanza affascinanti sui quali medita immerso nella scelta un giovane amico assisito dal vispo cameriere, un piatto con un po’ di tutto che non si ricorda, uno zabaione che mi ha sorpreso nella sua scura liquidità, mentre nell'attesa era morbidamente gonfio.
Chissà.. ricordi di antichi zabaioni torinesi molto gonfi, dorati e ottimi, montati al carrello, mentre il polsonetto di rame si scaldava sul fornello, da un energico braccio – ancora un giovane cameriere – e aromatizzati con un moscato secco. Grande scoperta, poter evitare lo a volte stucchevole marsala.
Dove tornerò senz’altro è il Bicerin. E per il bicerin, strati di cioccolato bollente, caffè caldo, panna fresca, e per l’ottimo toast con il cioccolato sia al latte che amaro che fonde, e per i bei tavoli di marmo bianco tornito, e per la vicina chiesa della Consolata ricca di barocco ed ex voto, e per la prossimità con l’inebriante spezieria Rosa Serafino, e per il mercato di Porta Palazzo.
San Carlo
Piazza San Carlo, 156
tel. 011532586
Baratti & Milano
Piazza Castello 27
tel. 011 4407138
Fiorio
Via Po n. 8
tel.0118173225
Bicerin
Piazza Consolata 5
tel. 011 4369325
Mulassano
Piazza Castello, 15
tel. 011547990