martedì 19 gennaio 2021

Zuppa imperiale o minestra di semolino composta, come dice Artusi. Emilia Romagna

Da Isolina

Raggi di sole e grandinate, e nel grigio dell'inverno, il drammatico grigio dei calanchi sulla via verso Monte Oliveto. Per Natale all'ultimo momento cambio menu, come sempre; nel brodo di cappone, non stracciatella, ma la mia cara, vecchia minestra di semolino composta, o zuppa imperiale; quindi, per rinfrescarmi la memoria, ecco il vecchio fidato Artusi.

«Per ogni uovo: Semolino, grammi 30. Parmigiano grattato, grammi 20. Burro, grammi 20. Sale, una presa. Odore di noce moscata. Il burro scioglietelo al fuoco e, tolto via dal fuoco, versateci sopra il semolino e il parmigiano, sciogliendo bene il composto colle uova. Poi versatelo in una cazzaruola con un foglio imburrato sotto per assodarlo fra due fuochi, badando che non rosoli. Sformato e diaccio che sia, tagliatelo a piccoli dadi o in altro modo, facendolo bollire nel brodo per dieci minuti. Tre uova basteranno per cinque persone.» 

Ovvero:

Sciogliere 60g di burro a fuoco basso in un tegame.

Toglierlo dal fuoco e aggiungere 90g di semolino e 60g di parmigiano grattugiato.

Unirvi 3 uova sbattute, una presa di sale e una grattugiata di noce moscata.

Continuare a battere fino a ottenere una pastella soffice e spumosa.

Foderare una teglia da forno rettangolare (circa 25×35 cm) con carta da forno bagnata e strizzata, versarvi la pastella, pareggiarla.

Metterla in forno a 180° per 20’ circa, fino a quando non sarà dorata.

Lasciarla intiepidire e tagliarla a dadini.

Portare a ebollizione 1 l. e 1/2 di brodo di carne, versarvi i dadini; dopo un minuto spegnere.

Mangiare subito.
















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