sabato 26 ottobre 2019

Crostata del Talismano con accorgimenti abruzzesi


La brugmansia che guardavo con diffidenza poiché appena arrivata si era liberata di tutti i suoi fiori e sembrava starsene in cagnesco, ecco che si espande e genera nuovi boccioli, la lantana che per tutta l'estate è cresciuta e fiorita sfidando avversità che fiaccavano le vicine, è di nuovo tutta un pazzo fiore, la cicas gemma, prospera e figlia avventatamente, e si prepara a gettare un nuovo giro di foglie dopo che l'avevo tutta pelata: questo il terrazzo autunnale. In casa fiorivano dalie di rossi inauditi, e in loro onore misi sul tavolo una sciarpa in cui serpeggiasse un richiamo. Nel menu Ottobre 2019. Amici e basta. Poco tempo dopo, visto il successo, la crostata tornò sulla nostra tavola, questa volta con marmellata di albicocche, sempre maison, dal frutto alla fattura (così fanno le signore abruzzesi). Sul tavolo di  Ottobre 2019. Una Gulyasleves - Zuppa di goulash - dopo un film sulla difficile arte della verità.

Polsonetta Aprutina, invitata a cena, portò una squisita crostata del Talismano con accorgimenti abruzzesi (i suoi accorgimenti, altrimenti detto, e della mamma).

Frolla: battere tre rossi con 150g di zucchero e 300g di farina00.

Aggiungere 150g di burro.

Aggiungere la buccia di un limone grattugiata, e un pizzico di lievito (primo accorgimento: il Talismano dice pizzico di sale, Polsonetta e la mamma dicono pizzico di lievito; con l'aria di chi ti consegna una dritta alla quale non dovrai assolutamente trasgredire, questa è la caratteristica abruzzese della cosa).

Tale frolla è stata farcita con una adeguatamente asprignola (questo è importante, l'asprignolo) marmellata di prugne, sempre fatta da lei.

Qui arriva il secondo accorgimento: dopo aver fatto la griglia, Polsonetta si arma di cucchiaino e con quello fa cadere una gocciola d'acqua sulle losanghe di marmellata, perché quella non asciughi troppo (se la prima dritta abruzzese si può pure immaginare, a questa nessuno ci sarebbe arrivato).



 






3 commenti:

la belle auberge ha detto...

La cycas la lasci fuori in inverno? Io devo ritirarla dentro casa senno' ciao. Ne avevo una in piena terra e mori' miseramente. Complimenti per la crostata. Come dici anche tu, se al primo accorgimento abruzzese ci si poteva arrivare, con il secondo sarebbe stata impresa difficile se non impossibile. Strano modo di assemblare gli ingredienti della frolla. Mi segno la ricetta. Grazie a te e a Polsonetta.

artemisia comina ha detto...

sì,strano modo (che sia abruzzese anche quello?)

la cicas è fuori, e adesso è in piena vita: giri di foglie, e piccole figlie alla base.

Pellegrina ha detto...

Con quel terrazzo davanti agli occhi vivere e lavorare dev’essere così più facile! È impossibile che non vengano delle idee.
Se posso: il lievito nella frolla non mi ha mai entusiasmata. E spiega pure la quantità così elevata dello zucchero, dato che è salato. Altra cosa è la frolla montata dei pasticcini da the, che amo visceralmente.
La marmellata asprignola e il trucco dell’acqua (come nell’insalata di pomodori!) meritano immediata applicazione. E pure il modo di assemblare la frolla che è una pasta su cui si sono fatti infiniti intriganti esperimenti, alla faccia della ricetta classica e purista (io però zucchero 90 g max).

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