martedì 31 gennaio 2017

Zio Vincenzino, Weimar e la minestra maritata.




Siamo nella raccolta di Ricette napoletane: Primi piatti; Pizze focacce e tielle di scarola; Cose dolci; Lieviti, torte salate, pizze; Menu; e, in periferia, Ricette della Valle di Comino.

Da Alfredo

Siamo nel 1930; novembre, inizi di dicembre. Zio Vincenzino ultimo o penultimo dei fratelli del nonno, funzionario del Banco di Napoli, conosceva bene il tedesco. Lo parlava e lo scriveva in caratteri gotici, conservo uno dei suoi quaderni. Fu mandato in Germania per conto della Banca. A Berlino, per stipulare non so quali accordi economici. Be', siamo in piena repubblica di Weimar; cultura, attività e divertimenti fervevano; una sera il nostro, con alcuni amici tedeschi, si recò in un luogo di "perdizione". Ritornato a Napoli, una febbricola lo teneva a letto da diversi giorni. Il fratello medico sentenziò "blenorragia". Non vi dico le sorelle così timorate di Dio. Giravano per casa con le braccia alzate, imprecando e maledendo chi di tal peccato si era macchiato. Avanti indietro con bacinelle di acqua calda e bicarbonato. 

E che c'entra con la minestra maritata? C'entra, c'entra. Siamo arrivati quasi a Natale, e Zio Vincenzino ipocondrico e sentendosi prossimo alla morte, invocò la sorella con queste parole: " Si aggia murì, facciteme murì cuntento, tengo n'ultimo desiderio, famme 'na menesta maritata". Il desiderio fu esaudito e come fu, o come non fu, dopo alcuni giorni Zio Vincenzino ritornò fresco come una rosa e arzillo come un grillo. 

La minestra maritata: 

 
Portare a bollore una pentola di acqua con cipolla, sedano e carote e unirvi una gallina a pezzi, un pezzo di manzo, delle
tracchiolelle (costine di maiale).

A parte pulire e sbollentare
della cicoria, delle scarulelle (scarole), della verza e della borragine.

Far raffreddare e sgrassare il brodo di gallina e manzo, filtrarlo.
 
Mettervi in cottura per circa 10': pezzetti di gallina, di manzo, di maiale, del salame piccante a dadini, scorzette di formaggio.

Aggiungere le verdure. 

Servire ben calda con una spruzzata di pecorino. 


3 commenti:

la belle auberge ha detto...

Come si suol dire: "Da resuscitare un morto".
Grazie della ricetta e del godibilissimo aneddoto.

isolina ha detto...

quello che direi anch'io!

GufettaSiciliana ha detto...

E' un piacere leggerti! E come sempre le ricette di una volta sono super!

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