giovedì 5 maggio 2011

VENEZIA. IL BOCOLO, IL BOCCIOLO DI ROSA






Il 25 marzo a Venezia puoi vedere persone che vanno in giro portando con sè il lungo bastone di una rosa tea, rossa e in boccio. E' il momento di gloria dei vù cumprà e delle donne della famiglia: madri, fidanzate, mogli, che lo ricevono in dono e dovunque incontri questo scettro portato a spasso.

Non saprei dire che senso abbia la festa; si noti che coincide con la festa di San Marco, il patrono. Ma se legame vi fu, si perse. Oggi si ripetono certe leggende un po' sciatte su figlie di Doge che, innamorate di cavalieri senza arte né parte, li videro partire a farsi una reputazione combattendo gli infedeli con Carlo Magno e che nell'impresa morirono, affidando ad Orlando il compito di portare alla bella una rosa insanguinata del loro sangue; la bella muore, rosa stretta al petto (lugubre); oppure leggende su famiglie dello stesso ceppo ma nemiche e vicine di casa, divise da un roseto che fa da mediatore tra un fanciullo e una fanciulla appartenenti ai due rami avversi che si innamorano e inducono alla pace (Romeo e Giulietta meno sfigati e meno interessanti).

Non è questo il punto; la cosa interessante è che Venezia sorprendentemente rinnova i suoi bòcoli, boccioli, di anno in anno, tenendo un filo che non si spezza.

Adesso il compito è affidato alle rigide, scarlatte tea che fanno pensare a un bastone guerresco; mi piace pensare che un tempo furono i pesanti boccioli della centifolia, disposti poi ad aprirsi in ricca, ampia gonna rosea profumata e sfrangiata, adatti ad essere infilati nel corpetto, nei capelli.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Gentile Artemisia, per me leggerla è sempre vera delizia, una delizia centifolia, che trabocca dal corpetto e mi fa scrivere, grazie!
Rosanna

artemisia comina ha detto...

Rosannna, ecco che non poteva che apparire a maggio :)))

P.Brown ha detto...

Grazie della storia macabra ma fascinosa; fino a non più di venti giorni fa ero mollemente adagiato all'ombra si Santa Maria Formosa, che bei ricordi!

artemisia comina ha detto...

Caro P.Brown, difficile resistere a quell'ombra, e al ghigno del Mascaron ai piedi di quel bel campanile.

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