giovedì 9 settembre 2010

VENEZIA. OSTERIA DA RIOBA.










Abbiamo conosciuto la drogheria che stava al posto di questa trattoria, abbiamo visto dismettere quella e nascere questa prendendo il nome del facchino di pietra di Campo dei Mori, il celebre Rioba che ha mobilitato la città quando poco tempo fa uno sciamannato gli ha staccato la testa: tutti la volevamo, subito, indietro. Ora siamo tutti in attesa che la rimettano; a Rioba ci si tiene.

Per molti anni non ha avuto fama di cucina seducente; una visita dell’ aprile 2008 fu alquanto deludente, una successiva di novembre 2009 invece ci indusse alla speranza.

Questa terza ci fa pensare che abbiamo un ristorante carino vicino alla nostra casa. Lo conferma Cucurbita veneziana, che ci dice che da un anno c’è un bravo cuoco. Io non ho mangiato gran che poiché venivamo da un giro in Francia con un regime di manicaretti a ripetizione che stava per stendermi. Ho preso solo un piatto di buone cape sante – dette nel menu cape sante gratinate con asparagi bianchi e panure al basilico – e occhieggiato i piatti di pesce degli altri, vedendo filetti di branzino e coda di rospo (mi pare) di bell'aspetto, che comunque sono certamente piaciuti. Ci sono stati degli apprezzati tagliolini gamberi e funghi porcini, un piatto con quattro assaggi di pesce, saor di sarde, baccalà mantecato, salmone, folpetti, e io ho preso pure una crema fredda di pomodoro buona.

Segnalo quindi questa possibilità in Cannaregio e più in generale a Venezia. Siamo su fondamenta della Misericordia, uno di quei dritti e ampi canali a nord della città molto luminosi di giorno e seducenti di sera nella fila di trattorie che lo punteggiano, senza perdere un’aria un po’ defilata e privilegiata, fuori dal giro del turismo “pesante” e amato dai veneziani con la barca.
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