domenica 12 settembre 2010

VALLE D'AOSTA. RUMIOD DESSU. IL CAMINETTO, CHEF STEFANO ZONCA.









La bella signora di mezza età ha i tatuaggi sul braccio e una fluente gonna da figlia dei fiori. In campana. Così è il ristorante: ciò che Michelin spacciava per cucina tipica della Valle D'Aosta, consigliandolo tra i Bib gourmand, è in realtà una "cucina creativa".

E' lei che ci porge il menu.

In albergo sentita la nostra scelta l'hanno approvata e hanno detto: "E' qui vicino, basta salire lassù". Già. Vicino. Sali e sali e sali e sali nell'annottare pieno di nubi d'argento brillanti sulla cima dei monti che incupivano e della valle che sprofondava in un accendersi fitto di lucette. In effetti, questo Rumiod è dessu o no? Apparivano le belle, organiche fattorie di pietra e legno (alcune vanno pure disfandosi) tutt'altro dai rigidi e vezzosi chalet infilati giù nella valle che le copiano tradendole; arriviamo fino a loro.

Stefano Zonca è lo chef trentasettenne, di St. Vincent, che dopo aver lavorato in vari luoghi - Pinchiorri, Londra, ci dice lei con orgoglio, La Cassoulette aggiungo io, nella vicina La Salle, dove adesso lavora, benissimo, Fabio Barbaglini - ha messo su un locale suo, qui sui monti. E' qui da quattro anni.

Alle 9 meno venti siamo in sei, tre tavoli; poi arriverà qualcun altro, ma l'aria è già quella di un tranquillo autunno che scivola verso i freschi frizzantini e mordenti della montagna. Cala la sera sui monti che ancora incombono, nonostante il sali e sali e i mille e quattrocento metri dai quali si aprono le finestre. Vado bevendo con piacere un rosso Costabaltea non filtrato, che porta sull'etichetta l'insegna ViniRari, Giulio Moriondo.

Scegliamo il menu degustazione, 38 euro, cui aggiungiamo un piccolo assaggio di formaggi.

La steak tartare mignon, ottima, accompagnata da un'insalata all’uovo e chips di pane inizia a dirci che il cuoco è bravo. Arriva poi una fonduta di caprino champchevrette con scure gocce di sambuco e un toast di panbrioche e un fiore di zucchina farcito con ricotta e menta (soavemente croccante con morbido interno), e una fresca crema di pomodoro crudo.

Anche i tagliolini con ragù d’asino sono molto buoni.

Il sottofiletto di vitella farcito al foie gras, panato alle mandorle, gratin di patate, bietoline e il petto d’anatra glassato sono i meno riusciti; il mio era il sottofiletto: scorza un po' troppo spessa nella panatura, una sorta di piccolo sarcofago da cui sguscia un interno tenero ma sfuggente al gusto nonostante il foie. Forse una così ricca sequenza di piatti era troppo per me e avrei dovuto semplicemente evitare di mangiare questo piatto e godermi meglio i formaggi, su cui sono stata disattenta pur constatando che erano pregevoli. Anche il Nunche apprerzza meno del resto la sua antra (vedo che in molti ristoranti, anche pregevoli, il petto d'anatra arriva più cotto che scottato, come credo dovrebbe essere, con il che perde moltissimo).

Toma vecchia, toma "normale", fontina fresca di alpeggio, taleggio di caprino, misto di capra. Nei vasetti marmellata di ramasin, una qualità di piccole prugne, e di mele.

Il Caminetto
tel. 0165908832
Rumiod Dessu, frazione di Saint Pierre, provincia di Aosta.

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