domenica 5 ottobre 2008

Ipponatte. Faceva, giorno dopo giorno, scialo, banchettando con tonno e bagnacauda.



Faceva, giorno dopo giorno, scialo,
banchettando con tonno e bagnacauda,
pacioso come un eunuco di Làmpsaco.
Così si mangiò tutto. E adesso zappa
….
certe pietraie; mangia un po’ di fichi
e un pane d’orzo: il cibo degli schiavi;
e non rosicchia lepri né pernici,
non cosparge di sesamo i crostini,
non intinge nel miele le frittelle.


Ipponatte, Lirici greci, a cura di Simone Beta, Einaudi, Milano 2008
Poeta giambico greco (seconda metà sec. VI a. C.), di Efeso.

Il ghiottone rovinato. La bagnacauda lascia perplessi; ma per il resto ci sono due perfetti menu, uno da schiavo (niente male) , uno da gourmand.

La scultura del VI s. a.C., base di un Kouros funerario. Atene, Museo Archeologico.


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