giovedì 7 febbraio 2008

Salam d’la ‘duja con polenta. Piemonte


Siamo in una raccolta di sformati, terrine, mousse a base di ricotta e formaggi, più qualche polenta alquanto pasticciata. Soufflé di fontina, di patate, di baccalà, di sedano, di zucca, di triglie e olive nere; ma anche quelli che crescono dentro un guscio di pane, di pasta matta, di brisée. Sformati e terrine di formaggio; Polente pasticciate e condite; Soufflé.

Da Artemisia

Il salam d’la ‘duja accompagnava la polenta, un classico piemontese. Ho chiesto ad Augusto, che arrivava dritto da Torino con il prezioso fagotto, di assumere faccia e andamento da re mago. Nunchesto, contento, andava associando con cotechini e sorseggiava Brunello.

Le carni suine di prima scelta, e il grasso di pancetta vengono macinati a grana media, conditi e insaccati nel budello torto di manzo. Dopo la maturazione, vengono messi in un recipiente detto duja e coperti con strutto fuso che, solidificandosi, li mantiene morbidi per lunghi periodi, anche più di un anno, conferendo un caratteristico sapore piccante.
Da qui.













6 commenti:

Anonimo ha detto...

Naturalmente sono più attratta dal Brunello, finanche senza polenta.
Quando abbiamo comprato la vecchia casa in campagna, in provincia di Vercelli, sebbene geograficamente più vicina a Novara, vi abbiamo trovato varie piccole eredità, le più adatte allo sgombero, ma qualcuna pregevole, come un letto a barca debitamente restaurato, un tavolo perfetto per la grande cucina, questo restaurato poco, anzi con le sue magagne lasciate in bella vista e due pentole di coccio, alte, panciute e con il coperchio, che servivano per ficcarci i salam d'la 'duja, immersi nel grasso. Nella zona qualcuno, che possiede il maiale, prepara ancora i salami, ma, che io sappia, i più li pigiano dentro anonimi vasi di vetro con chiusura ermetica, a volte annegati nell'olio.
s

artemisia comina ha detto...

pentole: foto, foto!

olio: oddio oddio.

Anonimo ha detto...

Nuntio vobis.....
Che sorpresa!
Arrivo or ora da Nuova Orleans e guarda cosa c'è..... spero lo abbiniate anche alle verze, che ora sono assai rigogliose.
Dopo una jambalaya assai turistica ho avuto modo di farmi condurre tramite opportune conoscenze su di un bayou piuttosto distante dove ho fatto conoscenza con il Gumbo.
Per via dell'Okra e del Roux è la cosa più vicina al fango che abbia mai mangiato. In senso buono. Mi è piaciuto, anche se, accidenti, bello strano...

AV

artemisia comina ha detto...

AV:
- gumbo, ovvero riso :)

- con la verza come?

Anonimo ha detto...

A me piace particolarmente nella preparazione dei Caponet:
sotto un estratto dal sito del comune di Montalto Dora, che ogni anno dedica una sagra proprio alla verza:

Capònet
Ingredienti: cavolo verza, 250 gr. di salam 'dla Duja, 70 gr. di burro, 30 gr. di parmigiano grattugiato, 2 uova, mollica di pane, latte, sale, pepe.
Dopo aver mondato e lavato le foglie del cavolo, fatele sbollentare in acqua salata bollente per qualche minuto, quindi mettetele a sgocciolare su di una tovaglia pulita.
Raccogliete nella terrina la carne tritata, il parmigiano, una manciata di di mollica di pane bagnata nel latte e strizzata, sale, pepe ed amalgamate bene con le uova.
Mettete l’impasto su una foglia di cavolo, avvolgete a sigaro e fate cuocere in casseruola, dopo aver fatto sciogliere il burro, a fuoco basso per 30 minuti circa.

da quello che vedo, il blog raccoglie sempre più consensi. Complimenti

AV

artemisia comina ha detto...

allora - soddisfazione - avevo mirato giusto. avevo appunto, cercando su web, trovato ricette di capònet, con inclusa la suggestiva spiegazione che evocherebbero capponcini scappati. li provo.

blog: ciò che mi fa piacere, è che i frequentatori partecipino, suggeriscano, provino :)

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...