mercoledì 19 dicembre 2018

Sopa coada con il cappone


Da Artemisia Comina.

Tempo fa, scegliendo tra molte versioni, feci una sopa coada lineare e classica. Maffioli, nella Cucina trevigiana Muzzio Ed., 1988, le dedica ben undici pagine, con molte varianti: trippa, funghi, radicchio, cipolle, spinaci, pollo, fagianelle eccetera. Fatta la "classica", questa volta non mi sono fatta scrupolo e anch'io ho variato. Ottima. Alcuni la servono con una tazza di brodo di accompagnamento, che si beve insieme, o si versa sulla zuppa. Nel menu di Gennaio 2018. Finite le feste.

Avevo del cappone lesso, l'ho sfilettato.

Avevo della minestra di gobbi, ovvero: polpettine di verdura:  (indivia riccia, sedano, pane, parmigiano, noce moscata, sale, pepe, uvetta), polpettine di fegato (carne di manzo triturata, fegatini di pollo, pane, parmigiano, noce moscata, sale, pepe), gobbi sbollentati e cotti in brodo di cappone con il loro brodo.

Ho affettato un po' di un filone di pane casereccio di Le Levain; fette di circa un cm.

In una teglia da forno che vada in tavola, dai bordi alquanto alti - bene un plat sabot - ho fatto uno strato di pane, uno di cappone,  uno di pane, uno di gobbi e polpettine, uno di pane.

Cospargere di parmigiano grattugiato e bagnare con il brodo, che arriverà a filo delle fette di pane. Versare ancora un po' di brodo dopo che il liquido si sarà assestato, assorbito dal pane, e versare qualche ultimo mestolino sulle fette superficiali, ma senza sommergerle.

Un'ora e mezza (la teglia era piccola), forno già caldo, 100°.

Controllare, di quando in quando, se è necessario rimboccare il brodo. A me non è servito. Alla fine, importante: la zuppa sarà bagnata, ma non liquida; in altri termini, il cucchiaio non è necessario. L'ultimo strato di pane è abbrustolito e croccantino.

Va servita bollente, spolverata di pepe nero appena macinato.








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