giovedì 14 dicembre 2017

Dicembre. Un collega si rivela un po' cinese e un po' tedesco.


Dicembre 1993. Un collega si rivela un po' cinese e un po' tedesco. Nel ripercorrere vecchi menu vedo che invitavamo molti universitari, sempre nella speranza di addomesticarli alla vita civile; qui ce n'erano un paio, di cui uno nelle pene di un concorso, l'altro con il compito di supportarlo nell'impresa. Il primo se lo incrociavi per strada non ti riconosceva mai, anche se lo frequentavi da anni e anni; anzi, sarò più radicale: i suoi occhi non avevano mai il guizzo che anima lo sguardo ove gli si presenti un essere umano: la sua bella iride trasparente non mutava mai espressione, come quella di un santo che contemplasse Dio; secondo alcuni ciò derivava dal fatto che era afflitto da un inconsolabile senso di superiorità, come sempre del tutto immotivato, e che contemplasse se stesso. Quando si illuminava di vita era per un abbaglio: per un momento realtà e fantasia sembravano coincidere perché si parlava di concorsi. L'altro fu molto più interessante: mentre lo conoscevamo come uno che faceva l'americano, si scoprì che era stato, tra i 20 e i 35 anni, tra Macao e Hong Kong; questo lo ricolmò ai miei occhi - di botto - di incredibile fascino: mi si presentò davanti tutto un rutilare di zuppiere - Macao fu fertilissimo luogo di produzione e smercio di porcellane cino-occidentali - per non parlare di cucina cino-portighese e altre bellezze; purtroppo però lui era stato lì a fare il prete, e parve che avesse ignorato accuratamente ogni che. Ciò non disperse ai miei occhi l'aura cinese, che continuò a risplendergli addosso. Aveva poi in tasca altri tesori: apprendemmo che era di un piccolissimo paesino della Val Formazza, e che lì si parlava fino a qualche anno prima l'alto tedesco. Ricordò la madre che leggeva i caratteri gotici nella sua casetta ai piedi di alti monti che sputavano giù vertiginose valanghe. Ricordò Mussolini che cancellò di lì, efficacemente, la cultura tedesca. Era un collega con moltissimi denti, e occhi che andavano in direzioni diverse senza che fosse strabico. Io gli andavo guardando un occhio per volta. Menu: Bruschetta con l'olio nuovo di Spello (una sciccheria); Cavolfiore gratinato; Coniglio in crosta; Poirat, ovvero un coperchio di pasta frolla su succose pere in teglia.



Bruschetta con l'olio nuovo di Spello

Cavolfiore gratinato

Coniglio in crosta con fichi datteri e mele

Poirat


2 commenti:

Cinzia ha detto...

Ma che bellezza queste carrellate di ricordi e ricette, fonte di ispirazione per un dicembre colmo di cene, incontri e auguri!

artemisia comina ha detto...

grazie! :)

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