sabato 5 febbraio 2011
COPENHAGEN. NATIONALMUSEET. CAFFE'
Ogni museo, specie se labirintico, denso, mormorante molteplici e sovrapposti linguaggi, deve permettere una confortevole, accogliente, riflessiva sosta. Sedersi, sospendere i pensieri, addentare, sorseggiare. Quindi, un caffè. Un caffè che può approfittare del contesto - museo, goderne, starsene in un cortile pieno di palme e statue antiche, o infilarsi in anfratti residui, sotterranei concessi con riluttanza, invasi dal fragore dei vassoi di plastica macchiati di caffellatte. Questo del Nationalmeseet e' bello come tutto a Copehagen, bello con rigore di design e non male come abbondanza di panini.
Ma se potessi desiderare, desidererei un caffè da museo con poltrone di velluto e libri da leggere e soste infinite. Con un biglietto che mi permetta di tornare per una settimana. Giretto, fantasie, meditazioni, caffè, lettura, giretto, giorno dopo da capo.
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3 commenti:
Tu sei una viaggiatrice speciale.
La grande massa entra nel museo, vagabonda con l'occhio assonnato, poi esce correndo.
Vorrei tanto anch'io. Non c'è niente di più civile che non affrettarsi nei musei, ma centellinarli, sostare, riprendere.
In qualche aro posto si può, o poteva... Comne certe librerie dove volendo si passa una giornata o giu dì.
In un posto non qui, altrove...
Imparare a gestire i musei, il patrimonio artistico, culturale, invitare e non respingere, motivare e non obbligare, raccontare e non starsene presuntuosamente muti; iniziamo con un magnifico caffè pieno di cose buone, sedute comode, bella luce, e proseguiamo con mostre e guide e inviti al museo?
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