lunedì 14 luglio 2008

L'ETIMOLOGIA DELLA PAROLA PIZZA. SESSANTASETTESIMO ORSO DI ARTE'.



Un'amica del nord una volta mi ha chiesto come mai chiamo pizza anche una torta dolce. Al di là dell'attuale uso, nel sud si conserva un modo di dire antico, per il quale è pizza ogni preparazione che adotti una qualche farina cotta sotto forma di focaccia schiacciata, nuda o farcita che sia, salata o dolce.

Divertitevi a leggere questa dotta escursione nel mondo dell'etimologia della parola pizza, degna di Borges. La scrive, con un collega, un eterodosso - ritenuto tuttavia incontrovertibilemnte molto dotto - studioso della lingua, Mario Alinei.

L'etimologia semitica dell'italiano pizza e dei suoi corradicali est-europei, turchi, e dell'area semitica - levantina.
di Mario Alinei e Ephraim Nissan. 2007.

Basandoci infatti sull’opposizione fra i due tipi di preparazione – semplice focaccia di pane vs pietanza farcita – e/o sulla loro attuale coesistenza, possiamo ipotizzare che la diffusione del termine sia avvenuta in due fasi: una più antica, corrispondente alla diretta influenza siriaca, che avrà diffuso sia la semplice focaccia di pane sia quella farcita o condita; l’altra più recente, corrispondente all’influenza bizantina, che avrà invece diffuso soltanto la schiacciata farcita o condita. Ecco come potremmo distinguere le due fasi nelle diverse aree:in Turchia, più vicina al focolaio medio-orientale originale, il termine significa ancora uno dei tre tipi di pane, oltre che la pietanza, e la forma degeminata sarà stata introdotta dal siriaco letterario. In Italia, è anzitutto interessante notare, sul piano geolinguistico, che la stessa configurazione dell’area di distribuzione delle tre varianti italiane – pitta, pizza e pinza – orienta verso una provenienza ‘orientale’ del tipo lessicale, confermata, come abbiamo visto, dall’assenza della cosa e della parola sulla sponda africana del Mediterraneo: ad oriente essa è pan-adriatica e ionica, mentre ad occidente è soltanto basso-tirrenica. Sul Tirreno infatti il nome pizza per ‘focaccia’ si ferma al Lazio (in Toscana si usa schiacciata e in Liguria focaccia), e né la Sicilia né la Sardegna né la Corsica conoscono il termine; mentre tutta la sponda italiana dell’Adriatico è interessata dalle tre varianti – meridionale pitta, centro-meridionale pizza e settentrionale pinza – cui corrisponde, sull’intera altra sponda adriatica, il tipo pit(t)a. Per cui possiamo ipotizzare: (A) pitta, nell’estremo sud, risalirà all’introduzione più antica del termine siriaco – non ancora degeminato – e deriverà da un vernacolo siriaco, col semplice significato di ‘pane’ di forma schiacciata erotonda; (B) pizza deriverà da pitta con l’aggiunta di un suffisso aggettivale -ea, forma che avrà poi seguito il normale sviluppo in area centromeridionale, tipo platea > piazza; e (C) pinza, come già visto da DELI, deriverà a sua volta da pizza e sarà un semplice caso di epentesi nasale, frequente soprattutto in alta Italia. La pizza ‘napoletana’, invece, sarà uno sviluppo più tardo, di probabile origine bizantina, che da Napoli si sarà poi diffuso ovunque, sovrapponendosi, anche nella propria area, alla precedente pizza ‘focaccia’.

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Questo è un piccolo brano. Tutta la dotta, vertiginosa dissertazione la trovate su continuitas.com


Papavero:

non perde tempo
a stiracchiar la pizza
ritrovo l'orso

1 commento:

papavero di campo ha detto...

non perde tempo
a stiracchiar la pizza
ritrovo l'orso

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