giovedì 6 marzo 2008

VICEVERSA. LA BESTIA MANGIA L'UOMO. GIONA NELLE MINIATURE DI FRANCIA.



La storia di Giona è bellissima. Prima di tutto, per ciò che ancora non vi ho detto: non aveva nessuna voglia di avere a che fare con Dio.

Il Signore parlò a Giona, figlio di Amittai: "Va' a Ninive, la grande città, e parla chiaro ai suoi abitanti. Io so che è gente perversa". Ma Giona non voleva saperne, e per fuggire lontano dal Signore decise di andare dalla parte opposta, verso Tarsis. C'era a Giaffa una nave diretta verso quella città. Egli pagò il prezzo del viaggio e s'imbarcò con i marinai. Ma il Signore mandò sul mare un forte vento che scatenò una grande tempesta. Tutti pensarono che la nave stesse per sfasciarsi. I marinai ebbero paura e ciascuno chiese aiuto al suo dio. Per non affondare gettarono in mare il carico della nave. Giona, invece, era sceso nella stiva e dormiva profondamente. Il capitano gli si avvicinò e gli disse: "Come? tu dormi? Alzati! Prega il tuo Dio! Forse avrà pietà di noi e non moriremo". I marinai si dissero l'un l'altro: "Tiriamo a sorte per sapere chi di noi è la causa di questa disgrazia".
La sorte indicò Giona. Allora gli chiesero:
- Dunque sei tu la causa di questa disgrazia? Che cosa fai qui? Da dove vieni? Qual è il tuo paese? Qual è il tuo popolo?
- Io sono Ebreo, - rispose Giona, - e credo nel Signore, Dio del cielo, che ha fatto la terra e il mare.
Quindi raccontò che si era imbarcato per fuggire lontano dal Signore. Gli uomini si spaventarono e gli dissero:
- Hai commesso un'azione terribile!
Intanto la tempesta aumentava, e i marinai gli chiesero:
- Che cosa dobbiamo fare di te perché il mare si calmi e noi possiamo salvarci?
Giona rispose:
- Gettatemi in acqua, così il mare si calmerà e vi salverete. So che questa tempesta vi travolge per causa mia.
I marinai invece, remando con tutte le loro forze, tentarono di portare la nave a una spiaggia; ma non ci riuscirono perché la tempesta infuriava sempre di più. Allora si rivolsero al Signore: "Ti preghiamo, Signore, se quest'uomo morirà non punirci come se avessimo ucciso un innocente! Tu, Signore, sei responsabile di tutto questo! L'hai voluto tu!". Buttarono Giona in mare e la tempesta si calmò. Ma poi i marinai ebbero così paura del Signore che gli offrirono sacrifici e promisero di servirlo.
Per ordine del Signore, un grande pesce ingoiò Giona ed egli rimase nel suo ventre tre giorni e tre notti.


Note: Ninive era capitale dell'impero assiro.
Tarsis era una località della costa mediterranea; per gli antichi Ebrei indicava l'estremità del mondo a ovest della Palestina; forse si tratta della Spagna.

Ringraziamo la centralizzazione dell'amministrazione francese; grazie a essa, le risorse delle biblioteche nazionali di Francia sono state tra le prime ad essere messe su rete. Tra le altre, le mirabili miniature, tesori che altrimenti è quanto mai difficile poter vedere. Una ricca sequenza di Giona - in conversazione riottosa con Dio, all'ombra del ricino, inghittito e sputato dal gran pesce - ci viene offerta all'interno del sito Enluminures. Per trovarla, digitate Jonas in Recherche Experte, Sujet.

"Coproduite par la Direction du livre et de la lecture et l'Institut de recherche et d'histoire des textes (CNRS), liés par un programme conjoint depuis 1979, la base Enluminures propose la consultation gratuite de plus de 80 000 images, sous forme de vignette et de plein écran, reproductions numériques des enluminures et éléments de décor de plus de 4 000 manuscrits médiévaux conservés dans une centaine de bibliothèques municipales françaises."



Ci sono già due post su Giona:

Giona e la balena in cui si riporta la bellissima preghiera con cui Giona, perso nell'algoso ventre della balena, cerca di far pace con Dio.

La bellezza del ricino, in cui si mostra come Giona avesse più di un motivo per avercela con Lui.

3 commenti:

papavero di campo ha detto...

miniature di una vivacità pittorica eccezionale, di un' affascinante espressività estetica e moltissimo di sognante teatralità psichica

nel racconto: quegli elementi tipici fondanti della nostra tradizione giudaico-cristiana, un Dio accanito nel metterti alla prova ed un ego più che altro egotistico di Giona-uomo in convinto esercizio di onnipotenza (dipende da me, sono io la causa di tutta la sventura)ovvero una duplice teoria di eccessi!

comunque le metafore che ne scaturiscono sono tantissime e tantissimo nutritive del nostro armamentario singolo e collettivo di immagini simboli e fantasie senza le quali che vita tapina!

anche grazie che lavori per noi!

Anonimo ha detto...

e moby dick?
pom.

artemisia comina ha detto...

C'è un futuro di pasti viceversa davanti a noi; in ogni caso, grazie per la segnalazione :)

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