martedì 15 gennaio 2008

INDIA. TAMIL NADU. SULLA STRADA TRA TANJORE E MADURAI. ANACARDI.





















Sulla strada incontriamo gli operai che trasformano i semi di anacardio in semi commestibili. Di seguito, notizie sull’anacardio e i sui due frutti prese, con qualche leggero cambio di retorica, da Agraria.org

L'anacardio, Anacardium occidentale L., e' un albero tropicale, originario del Brasile, che tollera temperature comprese fra 5° e 45° C.. I Portoghesi lo introdussero nel XVI secolo in India, che oggi ne è il maggior produttore insieme con l'Africa orientale. L'anacardio fornisce due tipi di frutti intimamente uniti: uno fresco, la "mela d'anacardio", e uno secco, la "mandorla o nocciola d'anacardio" . La mela d'anacardio è un falso frutto che risulta dall'ipertrofia del penduncolo fiorale, che raggiunge la forma e le dimensioni di una pera. Ha una superficie liscia e sottile, che va dal giallo al rosso vivo, e una massa polposa ma fibrosa. La "mandorla o nocciola d'anacardio" (il vero frutto) e' una noce reniforme provvista di un duro pericarpo, contenente un seme oleoso e commestibile.

Nei paesi produttori (produce in media 15-30 chilogrammi all'anno), invece del seme si mangia il falso frutto, di sapore acidulo e rinfrescante. In Brasile dal frutto si estrae un succo che viene bevuto dopo essere stato leggermente fermentato. E’ una pianta che riveste un notevolissimo interesse economico per i molteplici usi, oltre a quello alimentare, che si fanno di ogni sua parte: dal guscio si estrae un inchiostro indelebile, il succo ha un potere antitermiti molto apprezzato, dal frutto si ricavano alcool e aceto e, previa pressione, un olio pregiato. Dalla pianta si ottengono una gomma e un liquido lattiginoso che vengono usati come basi per le vernici. Il succo, di colore nerastro, è resinoso ed estremamente caustico, e viene usato in medicina. Nelle foto sotto si fa l’olio, in un laboratorio incontrato lungo la via.




Il seme contiene un olio irritante che deve essere eliminato con il calore prima che il seme possa essere estratto con molta cura per evitare di contaminarlo. Trasformare gli anacardi in noce commestibile é una procedura complicata che richiede molta mano d’opera. Solo il 10% della produzione grezza passa indenne attraverso le varie fasi della trasformazione e confezionamento. Questo spiega il prezzo elevatissimo degli anacardi sul mercato europeo. L'anacardio in guscio viene tostato in modo da prepararlo alla rottura del guscio stesso, fatta per lo più a mano. Il seme viene poi nuovamente scottato per facilitare la rimozione della leggera pellicola scura che lo ricopre. E' un seme che tende a irrancidire molto facilmente per cui, per ben conservarlo, occorre limitarne il contatto con l'aria.

L’immagine del doppio frutto viene sempre da Agraria.org

6 commenti:

papavero di campo ha detto...

si fa presto a dire anacardo!
si trovano bell'e pronti e ci possiamo sbizzarrire,
piccola cronaca visiva la tua ma quanto istruttiva!
e donne sorridenti senza stress (forse) en plein air!

Anonimo ha detto...

Sguardi di donne così intensi da rendere orgogliose di appartenere al genere.
s

sciopina ha detto...

Bellissimi gli scatti alla gente nei momenti della loro quotidianita'. I templi e le natura sembrano appartenere ad un'altra dimensione spazio-temporale! La voglia di visitare l'India aumente sempre piu'...
a presto
sciopina

artemisia comina ha detto...

@ papavero: e chi ce li aveva in mente, gli anacardi? mi si è aperta la questione (l'ennesima)

@ sandra: le indiane sono di bellezze ed eleganze di altro pianeta; sfortunatamente, quelle di Chennai (metropoli) in jeans, sono bruttarelle come noi.

@ sciopina: è un viaggio molto intenso, che vale la pena di fare. molto diverse le aree del subcontinente, per altro. io conosco vagamente solo una certa area nord e parte del sud sud.

Anonimo ha detto...

altro che Bimby, vero Artemisia?

artemisia comina ha detto...

eugenia :DDDDD

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