Luglio 2019. Incursioni napoletane. Finalmente le due amiche dopo molte promesse vengono a Roma, portate da un certo messaggero, pure molto napoletano, che sa tessere trame. Tre napoletani, perciò; l'uno arriva pieno di mozzarelle, le altre con una grande borsa - come mi commuovo a vedere l'assenza di ogni timore per questo tipo di terrificanti trasporti, che sa così tanto di vecchie famiglie di una volta - borsa detta del parsonale, poiché così venivano chiamati i coloni del tempo andato, ed Ester si affannava a spiegarmelo come a una forestiera, mentre ridacchiavo sotto i baffi, vedendo ancora una volta quanto la mia infanzia fu regno di Napoli. Insomma la borsa conteneva ogni bendiddio, prugne, ciliegie, provolone del monaco, marmellata di pere di Agerola ottima con quello, zucchine freschissime. Commozioni e previsioni di pranzi quasi campestri. Intanto per loro avevamo provveduto così: Limoni al forno come nella costiera amalfitana (un azzardo, certo, ma naturalmente apprezzarono senza fare una piega); Pesce e cocco fresco quasi come in Kerala (qui mi allontanavo velocemente dal rischiare troppo); Terrina di pesce, rape rosse e wasabi con Salsa di yogurt e cetrioli al wasabi (la ripeto dopo breve tempo dalla prima sperimentazione per perfezionarla); Zuppa di albicocche (sperimentazione di successo immediato).
Limoni al forno come nella costiera amalfitana
Pesce e cocco fresco quasi come in Kerala
Terrina di pesce, rape rosse e wasabi
Salsa di yogurt e cetrioli al wasabi
Zuppa di albicocche
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