giovedì 11 novembre 2010

VENEZIA. OSTERIA L'ORTO DEI MORI.







Proprio sotto casa, sotto il nasone metallico di Rioba, che continuiamo a compiacerci abbia ritrovato la candida testa di pietra che un vandalaccio aveva staccato e abbandonato sotto un portego gettando il sestiere nello sconforto, proprio lì hanno aperto or non è molto un'osteria, o per meglio dire un ristorante.

Diffidenti ci abbiamo girato intorno parecchio prima di metterci piede dentro. La vicinanza confortevole, i tavolini che nel bel tempo invadono un campo di bellezza rara, fino a poco tempo fa abituato ad essere suggestivamente remoto e deserto e ora con questa novità tutto ciacolante e illluminato attiravano, ma la prudenza ci faceva guardinghi.

Ciacolante però, appunto. Ovvero molte voci veneziane in campo durante la passata bella stagione, e voci veneziane sciamanti dalla finestra aperta nell'autunno che aveva fatto riporre i tavoli del campo e accogliere gli avventori nella piccola sala interna. Ne abbiamo dedotto che il posto stava conquistando una certa attendibilità locale. Questo ci è stato confermato dal proprietario di un negozio dove da tempo Nunchesto compera ora una sciarpa ora un golf, che abbiamo scoperto abitare a un passo. Questo signore, il cui negozio ebbe tra i clienti Porfirio Rubirosa, di cui si conserva foto con dedica (andatevi a vedere chi è Porfirio, precipiterete in un'epoca insieme prossima e passata come quella dei faraoni e quasi altrettanto suggestiva) è un frequentatore accanito del luogo, che ci ha detto essere gestito da un cuoco siciliano con lunga consuetudine veneziana; ci raccomandava quindi un baccalà mantecato che diceva ottimo e venato di un certo non so che di Trinacria (sul sito del ristorante trovate la ricetta).

Ciò è bastato a farci saltare il fosso e presto siamo stati a un tavolo dell' Osteria l'Orto dei Mori. Oggi i nostri pareri sono divisi. Nunchesto ha trovato ottimi sia il celebrato baccalà che un certo trancio di polputo branzino, molto apprezzato. Io sono rimasta perplessa di fronte a una crema di sedano e a degli gnocchi con zucchine e gamberi (sì, ho ordinato due primi) uniti da un medesimo difetto: una mano poco felice con le cremosità. La prima era un po' slegata e scipita. Quanto agli gnocchi, affogavano alquanto in una inutile crema di zucchine. Questi entusiasmi e questi interrogativi penso ci porteranno, insieme alla vicinanza, a riprovare il luogo.

Buoni i dolci (io, una crema di mascarpone agli amaretti).

PS: i cuochi non osano chiedere davvero un parere agli avventori; io glielo avrei detto, eccome.

3 commenti:

Barbara ha detto...

Ma allora a Venezia di tanto in tanto ci vivi!? che bella sorpresa, e soprattutto la speranza, un giorno, di poterti incontrare.

L'Osteria la proveremo...... grazie.

artemisia comina ha detto...

sono più di venti anni che abbiamo un'amata casa a venezia :)) se ne deduce che se anche tu non sei sempre in olanda, potremo incontrarci; la prossima volta che ci vo, facciamo un incontro, magari tra blogger e no (ho anche amiche web non blogger e veneziane).

Barbara ha detto...

Oh no, non sono sempre in Olanda, potrei morire, a volte venezia mi manca fino a togliermi il respiro.
Sara' un piacere poterti incontrare sono in dirittura d'arrivo, fine di novembre e per un bel po' ci staro'.. Dai che bello un incontro tra blogger e no, le mail le abbiamo, a prestissimo.

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