giovedì 22 luglio 2010

EBRIDI ESTERNE. FARE LA SPESA TRA SASSI E BRUGHIERE, E MAGARI SPEDIRE UNA LETTERA.









Vi dicevo del fare la spesa nelle Ebridi Esterne. Ecco, guardate un po' qua: una lunga strada dove passa una macchina per volta, stesa sul terreno come un nastro. A lungo solo torba, prati fitti di fiori, sassi, laghetti, insenature, una casa ogni tanto, ma proprio ogni tanto. Meno spesso ancora, piantato in mezzo al deserto, uno shop. Chiuso, per sovrammercato. Forse bisogna chiamare il gestore e dirgli: eh, sto arrivando! Tra due ore fatti trovare! Piccolo, si intravede una vendita di saponi, forse qualche scatoletta. C'è anche un telefono, e l'ufficio postale.

7 commenti:

Anonimo ha detto...

Essenziale, quanto basta.
Grazie della condivisione !
Roberta

Anonimo ha detto...

concordo con roberta: grazie per condividere. Fa caldissimo qui a milano e forse straparlo: ma sto arrivando alla conclusione che, forse, una delle poche forme di sopravvivenza rimasteci, in questi anni di bruttezza, morale, intellettuale e materiale, sia proprio la condivisione di queste piccole pillole di bellezza. Un mio caro amico che lavora a radio rai tre, uno degli ultimi bastioni di cose degne nel desolante panorama del servizio pubblico, mi diceva, anzi cercava di convincermi (io, pessimista da secoli): " ste /mi diceva/ siamo circondati, ma bisogna resistere. impegno quotidiano a diffondere pillole di belta'. piccole cose. i classici semini. ma bisogna continuare a seminare, ad aprirsi al mondo. a cerare il dialogo".
qui, tra foto belle e ricette e suggerimenti e frullati e conchiglie, mi sembra si respiri un aria sana, come quella delle foto scozzesi.
Tra l'altro quel mare e quel cielo chiari e cosi' poco mediterranei delle ebridi, fa tornare voglia di pie, pudding, tea bread, cream of soup ecc.
Io mi sono tirato fuori i miei libri di cucina anglosassone e, caldo permettendo, qualche cosa provero'. Questa settimana mi sono fatto un paio di volte una ricetta buona e molto antica: si chiama Frumentry, una crema di grano cotto, simile, nel suo concetto di base, al ripieno della pastiera. Mangiato freddo, con una spolverata di cannella, fa una buona colazione.
ciao arte'
stefano

Patrizia ha detto...

Bellissimo ^^


Serena estate anche a te.

Anonimo ha detto...

A qbbq e a tutti quelli che passano di qui, a proposito di condivisioni, sollievi, strategie quotidiane di sopravvivenza , ricopio la chiusura de "Le città invisibili " di Calvino:
L'inferno dei viventi non qualcosa che sara’; se ce n'e’ uno e’ quello che e’ gia’ qui, l'inferno che abitiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme.
Due modi ci sono per non soffrirne. Il primo riesce facile a molti: accettare l'inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo piu’.
Il secondo e’ rischioso ed esige attenzione e apprendimento continui: cercare e saper riconoscere chi e che cosa, in mezzo all'inferno, non e’ inferno e farlo
durare e dargli spazio.

artemisia comina ha detto...

sono d'accordo con anonimo (chissà perché ci allucino un'amica) e con stefano, credo: sono i pessimisti, o almeno gli avvertiti, che cercano piccole cose belle ;)

artemisia comina ha detto...

quanto a roberta, grazie a te di condividere.

Anonimo ha detto...

Scusatemi: ho dimenticato di firmare il post con Calvino!!1
:-)
Roberta

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