venerdì 18 dicembre 2009

La credenza di Lucia.


Che sia fortunosamente aperta, o chiusa e piena di riflessi, che si offrano o mi sfuggano, m'aggiro intorno alla credenza come l'ape fa col fiore. Instancabile esploratrice alla ricerca della porticina che conduca in altri mondi, trovo soddisfazione da Lucia: c’è una civetta che sostiene sulle sue spalle una pila di libri, dei gallinacei spiritati dalle penne infuocate e il collo teso, una sorta di anatra che morde incaponita una brocca, un pesce che naviga tranquillo nell’oscurità di uno scaffale, due cavalieri paffuti che si fronteggiano come per rimandare per l’eternità una tenzone, certe vaschette dorate dove potrebbe fare il bagno Paolina Borghese, una chiave che affonda in un vetro millerighe. Non sposto nulla, non illumino nulla: la credenza è quel che è, una mano violenta distruggerebbe mondi.

















4 commenti:

frenci ha detto...

e qui la mia curiosità si spinge ai massimi livelli, osservando mi verrebbe da chiedere quante storie, quante persone, quanti viaggi vengono rappresentati da questi oggetti... ma non posso, quindi fantastico, il che forse è anche meglio... ciao artemisia, buon week end

a.o. ha detto...

zzzzzz
clic
zzzz clic
clic
zzzzzzzzzzzzzzzz
zzzzzzzzz

ho la perfetta visione dei fatti!

p.s. vetri meravigliosi.

giardinofiorito ha detto...

Quanti inaspettati curiosi oggetti nelle vecchie credenze...

artemisia comina ha detto...

le vecchie credenze - ma anche le nuove - sono cornucopie di storie, incanti, fantasie.

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