mercoledì 30 settembre 2009

GIOCHIAMO A BAULI. LO SPOLVERINO.









Nella casa di campagna di Mentuccia ci sono così tanti bauli che non so farne il conto, ed alcuni continuano a rovesciare panni di cui nessuno sa più niente da anni e secoli, panni che la beata e rispettosa inerzia che caratterizza gli abitanti del luogo lascia giacere in una pace morbida e dimentica; ogni dieci anni, però, ogni venti, una mano intrusiva fruga tra le pezze e le fa resuscitare per un breve happening.

Raviola volteggia qui dentro uno spolverino di rigida e maschile stoffa nera, che profuma ancora di matrimoni, funerali e visite dal notaio per condividere, chiacchierando del governo Giolitti, un bicchierino di ratafià.

3 commenti:

la belle auberge ha detto...

queste foto mi hanno ricordato un episodio di più di trent'anni fa. La mia amica del cuore di quel tempo, aveva un nonno che faceva il custode di una grande villa, proprietà di un famoso industriale. Nella soffitta della villa c'era un vecchio baule abbandonato, colmo di vestiti da sera anni Cinquanta. La mia amica ne scelse due e ce li mettemmo per andare a festeggiare il Carnevale. Ricordo che il suo era di satin nero, quasi uguale a quello indossato dalla Hayworth in Gilda; il mio era in voile color pesca, con una profonda scollatura a V sul davanti e una cintura in vita, lungo fino ai piedi. Quella sera mi sono sentita una principessa...

papavero di campo ha detto...

spolverino minimalista degno di Yohji Yamamoto (lo adoro!!), il quale come si sa sveste i vecchi abiti e vede come son fatti:-)

artemisia comina ha detto...

@ eu, che meraviglia...sarai stata, una principessa.


@ pap, a quello spolverino debbo tornara a dare un'occhiata.

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