martedì 27 novembre 2007

LA CREDENZA DI UN GRIGIO SVANITO.

















Da Mentuccia Fibrena.

Artemisia è aulica. Va a caccia di porcellane.

Io invece vi mostrerò trippe che sono frutto dell’accumulazione quotidiana che mescola ciò che si usa, ciò che non si ha il coraggio di buttare, ciò che si mette da parte per pensarci un po’ su, ciò che non si sa di chi è, ciò che non si sa che cos’è (ma non si sa mai). Strofinacci che furono lenzuola, asciugamani di una spugna morbida come la corteccia del noce. Attrezzi che illudono promettendo una funzione – stappare, aprire un barattolo, rompere una noce – con cui si dovrà lottare fino alla vescica perché svogliatamente la compiano. Cucchiai di legno con il manico curvato e bruciato da fuochi inopportuni, forchette con i rebbi divaricati e arricciati da infilzamenti troppo nervosi. Mollette custodite in una scatola che sta sempre per aprirsi come un guscio d’uovo spaccato, disseminandole per il giardino che la lavandaia attraverserà per andare a stendere correndo imperterrita il rischio. Coperchi tra i più belli, pieni di botte, di alluminio con i manici di ottone. E farine, e pastine. E ancora, e sempre, le infrangibili ceramiche del mulino bianco, gli inesorabili doni dei punti.

Dove? Una credenza di un prezioso grigio svanito che se ne sta in un angolo illuminato da una porta a vetri crepuscolare. Al di là la cucina. Ovviamente, una cucina della Valle di Comino: se aprite la finestra, c'è la campagna, gli arcobaleni.

4 commenti:

papavero di campo ha detto...

Gentile Mentuccia, giuste puntualizzazioni del tutto aderenti ai riti della casalinghitudine. La credenza della centenenaria zia, è un doppione spiccicato del mettitutto che resiste ancora in casa di mia suocera, la quale a 99 anni l'anno scorso se n'è andata, gli stessi coperchi di un alluminio che oggi non fanno più, come lei ribadiva, gli stessi assemblaggi ed incastri,la stessa usura dell'utensileria che parla di consuetudini protratte e di abitudini costanti nel tempo. Poi la visita su questo pianeta terra finisce ma gli oggetti restano, siano porcellane o bricchetti dal fondo ammaccato che sfidano il baricentro o vecchie posate di alpacca

dede leoncedis ha detto...

i punti! nessuno ha saputo sottrarsi alle lusinghe della raccolta. Noi andiamo grandemente orgogliosi di Lampò, lampada totem corredata di ripiani porta cd, entrata in casa grazie ad un'alluvione di acqua san bernardo e ora troneggiante imperiosa di fianco alla finestra del soggiorno.

artemisia comina ha detto...

dede: fuori la foto!

dede leoncedis ha detto...

arriverà

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