sabato 21 aprile 2007

VENETO. VERONA. SAN ZENO. TOBIA E L'ANGELO.



da Artemisia Comina

Chi sono i personaggi dell’affresco fotografato in San Zeno?

L’Angelo Raffaele e Tobia, detto pure Tobiolo, che torna dal padre con il pesce che gli farà tornare la vista. Lo stesso pesce scaccerà demoni ed aiuterà Raffaele nella lotta contro Asmodeo, l’arcidiavolo.

L’Angelo, Tobia, il pesce, sono una delle mie iconografie preferite.

E’ una bizzarra triade, dal sovrumano all’animale, che si avvale della bellezza dei tre: dalle squame luminose del pesce, ai nervosismi delle ali dell’angelo, alla grazia dell’adolescente; ognuno può contribuire alla gioia del pittore.

Qui l’angelo è maestosamente schiacciante e indicante, l’adolescente in sottomessa, sospesa attesa. Non c'è paesaggio; anzi, nessun contesto intorno ai personaggi, intrappolati dentro la cornice. Ma l'indice dell'Angelo allude ad un essenziale altro fuori campo. Un altro giustificazione assoluta dei tre, che senza questo elemento alluso non hanno senso alcuno, e che nell'assenza diventa presenza immensa, divinità totale. Ciò che conta è la gerarchia sacralizzata.



In età rinascimentale ed oltre la triade diventa più affratellata e simmetrica, protagonista, persa in un viaggio solitario che finisce con l'avere il sopravvento - l'andare conta assai più dell'arrivare - man mano più immersa in ampi paesaggi che incombono su di essa, fino a quando non diventa un piccolo grumo di viandanti quasi divorato da masse d'alberi e nubi, ampi cieli. La ricerca, il viaggio, l’esplorazione prevalgono sulla gerarchia e alla fine anche sul pesce, sull'angelo, sul ragazzo.

La presenza del pesce, così essenziale, fa di questa iconografia qualcosa che AAA non può ignorare.



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Altri post con Tobia e Raffaele qui.
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